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DALLE TELEVENDITE AI COMPRO ORO – QUANDO C’E’ FUMO….

Roma, 22 dicembre 2016 – Chi ha l’abitudine di attingere dal web le notizie del giorno si imbatte oggi su tutte le homepage nella notizia che interessa un “certo tipo di operatori” sul quale il settore orafo aveva da sempre richiamato l’attenzione.

Si è conclusa stamane con l’arresto di sei persone – tre delle quali in carcere e due ai domiciliari –  e dieci milioni di beni sequestrati, l’indagine Dinasty condotta dalla sezione della polizia giudiziaria della procura di Genova 

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa contrattuale, frode in commercio aggravata, ricettazione, riciclaggio e reimpiego di denaro e beni di provenienza illecita e trasferimento fraudolento di valori.

E qui torna alla ribalta della cronaca Giuseppe D’Anna, un volto che negli anni ’80 divenne noto al pubblico per le televendite di gioielli e oggetti preziosi frequentemente risultati non conformi a quanto dichiarato durante le telepromozioni. Non solo la stampa in varie trasmissioni d’inchiesta aveva richiamato l’attenzione su comportamenti ripetutamente denunciati come poco corretti, ma nel corso degli anni svariate sanzioni pecuniarie erano state comminate al gruppo editoriale dal Garante per la Concorrenza del Mercato e delle Comunicazioni.

Successivamente, con il boom dei compro oro nella seconda metà del 2000, l’attività si era spostata in questo settore con l’avvio di numerosi negozi nei punti nevralgici di Genova, utilizzando in tutta evidenza – considerate le notizie ora  rese note – il gigantesco flusso di denaro, gestito tramite l’acquisto dell’oro usato, per attività di riciclaggio.

Giustizia viene fatta, ma quanto è lungo il percorso!

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