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INTORNO AL GIOIELLO : ALLA II CONFERENZA DI SISTEMA EMERGONO STRATEGIE, RETE D’IMPRESE, TRACCIABILITA’ , INNOVAZIONE, BELLEZZA, SOGNO, EMOZIONE.

[singlepic id=293 w=320 h=240 mode=web20 float=right]Claudio Franchi traccia una sintesi: La Seconda Conferenza di Sistema, sul tema spesso controverso del rapporto tra tradizione e “Made in”, non è stata solo un successo di pubblico (come nel caso della scorsa edizione, l’auditorium del MAXXI era gremito in ogni ordine di posti) ma ha rivelato criticità e potenzialità che costituiscono interessanti stimoli di riflessione e – speriamo – di opportuno approfondimento.

Il Presidente di Unionfiliere Giovanni Tricca ha presentato il progetto appena avviato di tracciabilità del settore moda, cui farà presto seguito quello del Comparto di gioielleria che si propone attraverso la creazione di un sistema certificativo volontario di garantire la massima trasparenza rispetto ai luoghi di lavorazione delle principali fasi del processo produttivo.

[singlepic id=288 w=320 h=240 mode=web20 float=right]Il Direttore della Fiera di Vicenza, Corrado Facco, impossibilitato ad intervenire a causa di impegni improrogabili, ha fornito il proprio contributo a mezzo video, tracciando la complessa strategia di rappresentazione del prodotto gioiello, ponendo al centro degli argomenti della propria relazione le declinazioni del gusto del cliente evoluto, secondo le quali tradizione e innovazione, artigianalità e meccanizzazione, forme del classico e sperimentali possono convivere in equilibrio.

Francesco Verderami, giornalista del Corriere della Sera, nel rispondere alla domanda del curatore Claudio Franchi, sul ruolo della politica nel rapporto con i delicati equilibri del mondo imprenditoriale italiano, ha invitato i convenuti a riflettere non tanto sulle responsabilità della politica (che sono evidenti e sotto gli occhi di tutti noi), piuttosto a prendere coscienza del fatto che a far valere le ragioni di un sistema concorre la necessità di fare rete e fornire alla politica i mezzi di conoscenza del proprio ambito, con il fine di farsi portatori attivi di una politica che restituisca ai diretti interessati (i cittadini e nel nostro caso le imprese) il ruolo di ridisegnare nuovi scenari.

Domitilla Dardi, storico del design, ha fornito una stimolante incursione nel mondo del design, con la ferma intenzione di non entrare nel merito specifico del mondo del gioiello, in un’articolata visione della vasta gamma di scenari che la cultura del progetto assolve nel variegato universo delle forme. La trasformazione della figura del designer, che nella nostra epoca si muove in spazi di ricerca molto fluidi, tanto da cimentarsi nei linguaggi dell’arte contemporanea e nella veste di curatore, crea le condizioni per un percorso in continua mutazione a vantaggio dei processi di creatività, con la conseguenza di risultati certamente positivi, dimostrati anche nelle recenti ricerche dell’ambito dell’ornamento da indosso contemporaneo.

[singlepic id=289 w=320 h=240 float=left]Lorenzo Buccellati, nel suo intervento, ha rivendicato la necessità di recuperare alcune basi fondanti del mestiere del gioielliere: su tutte la strategia dell’accoglienza, indispensabile per trasferire nel pubblico più esigente i valori immateriali della bellezza e del sogno. Non a caso Buccellati rappresenta uno degli episodi di esportazione del Made in Italy tra i più noti. Lorenzo Buccellati ha ammesso che la cultura del raffinato senso dell’estetica rinascimentale – caratterizzante le creazione del marchio italiano – viene percepita e desiderata con grande attenzione da giapponesi e americani, mentre – paradossalmente – il pubblico italiano si rivela un pò più distratto, troppo manipolato dalle logiche fuorvianti di marketing e pubblicità asfissianti dei brand del cosiddetto “lusso”.

[singlepic id=290 w=320 h=240 mode=web20 float=right]Una vera e propria rivelazione è stata la fluida e catturante relazione di Giuseppe Torre. Studioso del “bello” da oltre vent’anni, il ricercatore ha sottolineato che, mentre il mercato del lusso corre veloce con percentuali a doppia cifra in tutto il mondo, il vero lusso sta nelle botteghe artigiane e nella qualità di contemplazione e valorizzazione della materia affidata all’abile ed esperta mano artigiana. Nonostante ciò l’Italia vive una profonda crisi. Giuseppe Torre, forte di studi concreti e sperimentate ricerche, rivela che dovremmo credere di più nelle qualità artigianali e nello sviluppo del bello che può essere prodotto solo nel nostro territorio, ma che tale potenzialità -ad oggi pressoché inespressa – ha bisogno del sostegno di politiche industriali di segno ben diverso di quelle prodotte sino ad oggi nel nostro Paese.

[singlepic id=284 w=320 h=240 mode=web20 float=right]A seguito dell’apertura del Presidente della Federazione Nazionale Dettaglianti Orafi Gioiellieri e Orologia di Confcommercioi, Giuseppe Aquilino, il Presidente dell’ARRO, Paolo Paolillo ha chiosato alla fine degli interventi dei relatori, dichiarandosi soddisfatto degli esiti della conferenza che premia l’attività svolta dall’ARRO nella valorizzazione degli aspetti materiali e immateriali della scuola orafa romana: in sunto, l’Italia è ricca di tanti “made in”, per i quali Roma si propone come prototipo per il metodo di valorizzazione costruito negli ultimi cinque anni.

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