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LE IENE SUGGERISCONO DOVE NON ACQUISTARE DIAMANTI. I GIOIELLIERI LO HANNO FATTO MOLTO PRIMA

Roma, 23 aprile 2018 – Incontro a Roma negli uffici di Federpreziosi Confcommercio per raccogliere informazioni e dati attendibili. Incontri a Valenza con esperti ed operatori del settore. E poi, interviste a consumatori che, cifre ed esperienze alla mano, si dichiarano truffati, con conferma di un rappresentante dell’Antitrust, l’Associazione di tutela del mercato, che ha ritenuto le offerte fatte “diffondendo informazioni omissive e ingannevoli”. E poi – ancor più significativi – silenzi, rifiuti a rilasciare dichiarazioni o risibili risposte di funzionari di istituti bancari e dei “venditori” coinvolti.

Non ha lasciato spazio a dubbi l’inchiesta sui cosiddetti diamanti da investimento che Italia1 ha mandato in onda il 22 aprile nel graffiante programma LE IENE. Ci auguriamo che questa ulteriore conferma di “scorretti” comportamenti aiuti ad arrivare rapidamente a una soluzione della vicenda nell’interesse innanzi tutto dei consumatori e degli operatori onesti.

Qualcuno l’ha definita una guerra dei gioiellieri nei confronti delle banche. Definizione estremamente superficiale e tendenziosa. Si deve piuttosto parlare di un’azione dei gioiellieri a difesa della propria professionalità e a tutela del rapporto di fiducia con i consumatori.

Da parecchi anni a questa parte le vendite di diamanti proposti come investimento attraverso gli istituti di credito sono  andate crescendo in maniera esponenziale: piccoli investitori in cerca di beni rifugio sicuri in un momento di incertezze che, come è stato ormai ufficialmente confermato, hanno acquistato  sulla base di informazioni che si possono definire quantomeno incomplete, sia sulla redditività del capitale impiegato sia sulle prospettive e possibilità di realizzo sicuro e in tempi certi in caso di necessità. Ma soprattutto lo hanno fatto a prezzi fuori da ogni logica.

Ormai la storia è nota in tutti i dettagli.

E’ovvio che i gioiellieri avessero rilevato per primi le anomalie nel momento in cui qualche cliente aveva richiesto la valutazione di una gemma per assicurarsi dell’acquisto ben fatto, per rivenderla o per farla montare su un oggetto e si era sentito quotare una cifra ben lontana (ovviamente al ribasso) da quella pagata. E per primi i gioiellieri avevano segnalato il pericolo di una bolla che avrebbe potuto portare a conseguenze negative per l’intero mercato dei diamanti con una perdita di fiducia da parte dei clienti nei loro confronti e nei confronti dell’acquisto di diamanti in generale.

Le possibili conseguenze sono  state sottovalutate, anzi ignorate – malgrado le segnalazioni fatte a Consob e Antitrust già nel 2012 da parte della nostra Federazione – fino a quando il settore ha deciso di agire con maggiore forza sensibilizzando i media e sollevando con evidenza il tema nel corso di un incontro nell’ambito di uno dei più importanti eventi fieristici della gioielleria a Vicenza. Dopo il convegno organizzato da Federpreziosi Confcommercio “Trasparente come un diamante” l’attenzione delle istituzioni e dei mezzi di comunicazione, anche sulla base di alcune segnalazioni di consumatori, è esplosa e si è giunti finalmente a fare chiarezza. Purtroppo il danno era già stato fatto ed ora si tratta non solo di rendere giustizia agli incauti acquirenti-risparmiatori, ma di far sì che i consumatori, sull’onda delle esperienze negative, non si allontanino dal prodotto “gioiello con diamanti”: anche in questo, come in tutti i settori, l’unica cosa che conta è di affidarsi a chi è un professionista competente, preparato, esperto, aggiornato. A chi, insomma, “è del mestiere”. E ognuno faccia il proprio mestiere. Per il bene di tutti.

Ed ora è lecito porsi una domanda: “Si continuerà ad acquistare diamanti?”

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