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ATTIVITA’ DI COMPRO ORO ANCHE ALLE POSTE, OCCORRE UNA SERIA RIFLESSIONE

Roma, 30 Novembre 2012 – L‘approvazione da parte della Commissione Industria del Senato dell’emendamento sul decreto sviluppo che estende anche a Poste Italiane la possibilità di esercitare in via professionale il commercio di oro lascia gli operatori del settore orafo-gioielliero con l’amaro in bocca, favorendo di fatto l’aumento  di ben 14.000 unità del numero di “compro oro” nel nostro Paese.

“Sorprende”, afferma il presidente di Federpreziosi Confcommercio  Giuseppe Aquilino, “che a supportare  l’emendamento sia stata la medesima parte politica che alla Camera, in prima battuta, ha presentato una proposta legislativa tesa a regolamentare questo mercato, riscuotendo ampi consensi  delle parti sociali che ritrovano nella proposta quei concetti di professionalità intesa come conoscenza del prodotto e del mercato che rischiano di essere vanificati dalla ovvia e naturale despecializzazione di operatori, per forza di cose,  multifunzione. Tutto da verificare che con ciò si tuteli il consumatore! Se oggi  le nostre città, i nostri quartieri, sono letteralmente invasi da queste attività  c’è da chiedersi quale sarà il panorama commerciale se l’impianto legislativo prospettato vedrà la luce a seguito dell’esame dell’Aula”.

“Ricordo”, prosegue Aquilino,  “che lo sviluppo di questi negozi ci deve , tuttavia, fare riflettere, soprattutto sulla tipologia dei loro clienti. L’Osservatorio sulla criminalità per la Puglia ha rilevato come dal 2008 al 2010  nella  regione i reati contro il patrimonio, in particolar modo scippi e furti di appartamento, siano cresciuti di circa il 70 per cento. Nello stesso periodo si è assistito a un boom equivalente di “compro oro” che, nel solo capoluogo Bari sono passati da 416 a 700. Pur prestando attenzione a non cadere nel tranello che gli psicologi chiamano “correlazione illusoria”, e quindi a giudicare una categoria in modo pregiudizievole, la sincronia è suggestiva.”

Oggi per il tramite di queste attività transitano non  meno di 300 tonnellate di metalli nobili e  materiale gemmologico che presuppongono  un giro di affari di non meno di 7/10 miliardi di euro annui. E’ ovvio che un business ad alta redditività attragga fenomeni criminosi: alto è quindi il rischio della penetrazione nel settore della criminalità organizzata, complice anche il prezzo del metallo giallo, che, in particolare negli ultimi anni, ha raggiunto cifre da record.

Sorprende, infine, che un decreto che ha lo scopo dichiarato di fare del nostro Paese un luogo dove l’innovazione rappresenti un fattore strutturale di crescita sostenibile  e di rafforzamento della competitività delle imprese, nasconda tra le pieghe ulteriori insidie per il mercato.

 

 

 

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