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E’ DELL’ITALIA IL RECORD DEL MONDO DELLA PRESSIONE FISCALE

Secondo i calcoli dell’Ufficio studi Confcommercio, il peso del fisco è al 53,2% del Pil, al netto dell’economia sommersa che è intorno al 17,3% del prodotto interno lordo. La pressione fiscale apparente è pari al 44,1% del Pil.

E’ dell’Italia il record mondiale della pressione fiscale effettiva. Tutti i paesi europei crescono poco ma l’Italia è ferma”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione del convegno “Tagliamo le tasse non tassiamo la crescita. Indice di civiltà per un Paese moderno” tenutosi ieri, 29 luglio a Roma.

Confcommercio ha ribassato la stima sul Pil 2014 a + 0,3%, contro il + 0,5% previsto a settembre e ha rilevato come l’Italia sia al primo posto della classifica Ocse per il carico fiscale, al 53,2% del Pil se si esclude la quota di economia sommersa. Il sommerso, inoltre, è pari al 17,3% del Pil.

Tagliare le tasse è, dunque, “un passaggio ineludibile”, dice Sangalli, per tornare a crescere. “E’ la migliore medicina per curare le malattie economiche e sociali, a cominciare dalla povertà assoluta, più che raddoppiata in Italia da quando hanno cominciato una rapida e fin qui inesorabile discesa”. Inoltre tagliare le tasse per rilanciare il pil “è l’unica strada percorribile anche per una maggiore equità – aggiunge – è l’unica strada per fare crescere l’occupazione, è l’unica strada per restituire fiducia alle nuove generazioni”. “Cominciamo a percorrerla senza indugi – conclude – con il coraggio di cui certamente gli italiani e il loro governo sono capaci”.

Secondo i calcoli dell’Ufficio studi Confcommercio, diffusi,  la pressione è infatti pari al 53,2% del Pil, al netto dell’ economia sommersa che è intorno al 17,3% del prodotto interno lordo. Si tratta di una percentuale che supera quella di tutti i maggiori Paesi nel mondo, superiore dunque anche a quella di Paesi che hanno notoriamente una forte pressione fiscale come Danimarca (51,3%) e Francia (49,5%).  A livelli molto più bassi si collocano la Gran Bretagna con il 40%, la Spagna 37,6%, l’ Irlanda al 32,5%, il Canada al 31,2% e gli Usa al 27,7%, Paesi dove l’economia sommersa rispetto al Pil ha un’incidenza di gran lunga inferiore rispetto a quella italiana. In Italia la pressione fiscale apparente, invece, è pari al 44,1% del Pil. Secondo il Rapporto “Fiscalità e crescita economica” dell’Ufficio Studi Confcommercio, a fronte di un aumento della pressione fiscale in Italia del 5% dal 2000 al 2013, il Pil procapite è sceso del 7%.  In Germania nello stesso periodo la pressione fiscale è diminuita del 6% mentre il Pil reale procapite è aumentato del 15%. In Svezia, paese fuori dall’ Ue ad esempio, la pressione fiscale  nello stesso periodo è scesa del 14% e il Pil reale procapite è  aumentato del 21%.

All’incontro è intervenuta il direttore dell’ Agenzia delle EntrateRossella Orlandi, il quale ha sottolineato come l’’impegno dell’ Agenzia delle Entrate nella lotta all’ evasione è di “agire per priorità, cercando le cose più grosse, pericolose e insidiose, sapendo che tutto non si può fare ma cercando di modificare il rapporto con il fisco”.

La Orlandi ha invitato a distinguere nella lotta all’evasione “tra chi fa errori e chi froda. L’evasione è fatta di 2mila cose e il contrasto all’evasione fiscale è un grosso problema”.

Facendo poi riferimento alla complessità della burocrazia fiscale, la Orlandi ha sottolineato come “questo Paese è ancora su una strada in salita per risolvere i problemi della burocrazia”, ma per un’ efficace lotta all’evasione “serve certezza della pena”. Infine, sui rimborsi Iva, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha detto: “abbiamo accelerato nel 2012 e 2013, sapendo che era carne viva”. Alle imprese virtuose, ha spiegato, “che hanno sempre pagato diamo i rimborsi in tempi brevi, per le altre con precedenti situazioni anomale di frode ci saranno controlli più ampi”.

Per il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, intervenuto in chiusura,  “esistono imposte più nemiche della crescita di altre, quelle su lavoro e impresa”, ma è comunque “cruciale irrobustire le forze che spingono la crescita”. Niente manovra correttiva nel 2014.

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