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GLI ORAFI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS PRIMI RISCONTRI A DIECI GIORNI DALL’AVVIO DELLE MISURE CAUTELATIVE

Roma, 10 Marzo – Sono stati 500 gli operatori orafi che, nell’arco di un weekend, hanno compilato il questionario on-line proposto da Federpreziosi lo scorso venerdì 7 Marzo. Obiettivo: raccogliere informazioni e dati che possano supportare il sistema confederale in sede di confronto con le Istituzioni con indicazione delle misure prioritarie da adottare tra quelle già evidenziate dalla stessa Confcommercio. Pur consapevoli che questi dati sono da considerare già superati, vista la rapida evoluzione dello scenario e l’allargamento dello stato d’emergenza a tutto il territorio nazionale disposto dal Governo, a partire da oggi 10 Marzo, riteniamo siano un primo importante passo per monitorare la situazione e per orientare le nostre aziende. Federpreziosi proporrà a breve una nuova indagine a partire da venerdì 13 Marzo.

Sospensione dei pagamenti IRPEF, INPS e INAIL. Tra quelle individuate da Confcommercio a contrasto dei danni economici di Coronavirus, è questa la prima misura ritenuta indispensabile da circa il 71% del campione di operatori orafi italiani che hanno partecipato alla rilevazione. A seguire, con circa dieci punti percentuali di distacco (59,9%), sono considerati fondamentali gli stanziamenti per l’assegnazione di contributi straordinari per il sostegno alle imprese, la proroga dei versamenti dei tributi locali per tutti i territori e tutte le categorie (58,2%), agevolazioni per favorire la liquidità delle imprese e moratoria per le prossime scadenze delle rate su finanziamenti e leasing (53,7%).

Il 52,5% ritiene pressoché inevitabile la dichiarazione di stato di calamità per tutto il Paese e per tutti i settori e conseguente estensione a tutto il territorio dei provvedimenti a sostegno delle zone rosse. Parallelamente si ritiene necessaria una forte spinta al commercio e all’immagine dell’Italia nel mondo, con iniziative di promozione nazionale e internazionale del Made in Italy (44,7%). Altri provvedimenti considerati più che opportuni sono: l’istituzione di un fondo di integrazione e cassa in deroga anche per le micro e piccole imprese del terziario (36,4%) e abolizione dei limiti introdotti dalla Legge Finanziaria del 30 dicembre 2019 per l’accesso e/o la permanenza nel regime fiscale “forfettario” e ripristinare i requisiti precedenti (25,3%).

Il campione di operatori che ha dato il suo prezioso contributo nel definire un primo quadro della situazione è costituito per l’83% da aziende al dettaglio, circa l’8,5% da aziende di fabbricazione e il restante 8,5 % da grossisti e altri tipi di impresa. Si tratta perlopiù di micro e piccolissime imprese, per il 55,3% composte da un unico dipendente e che, per il 41%, possono invece contare fino a dieci dipendenti.

A tutti è stato, infine, chiesto di determinare in via generale il calo delle vendite stimato in percentuale riferito alla propria attività dal 22 febbraio fino alla data di compilazione del formulario (ore 16 del 9 marzo) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il 26,3% ha dichiarato un crollo del 40-50%, il 19,5% dal 30 al 40%, mentre un altro 19,1% ha risentito di una riduzione di circa il 20-30%.

Tra le riflessioni libere espresse dagli operatori, da rilevare la necessità di un ripensamento strategico e su ampia scala di azioni a sostegno del commercio di vicinato come segno di rilancio di interi centri storici e di sostegno relazionale e sociale.

PRESENTAZIONE DATI SONDAGGIO

 

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