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GLI ORAFI: BENE I CONTROLLI, MA NON CRIMINALIZZIAMO LA CATEGORIA

Sara Manetti

Dopo i  controlli della Guardia di Finanza dello scorso venerdì 30 marzo sullo storico Ponte Vecchio,  Sara Manetti, Presidente degli Orafi fiorentini di Confcommercio,  sottolinea quanto sia importante verificare  i parametri di raffronto su cui si calcola l’aumento del  400%. “I controlli sono stati effettuati in un momento in cui dopo parecchie settimane (direi qualche mese)  di fermo totale per gli orafi,  così come  in generale per chi tratta quei beni che non possono certo considerarsi di prima necessità , il movimento turistico sta riprendendo.  E i controlli sono stati effettuati proprio nei giorni in cui tradizionalmente l’afflusso dei turisti  è in aumento – soprattutto di quelli stranieri che costituiscono la maggioranza della clientela delle botteghe di Ponte Vecchio”.“I controlli – continua Sara Manetti – assolutamente doverosi  e prioritari  per il nostro Paese,  devono però essere davvero ad ampio raggio: di questi controlli sicuramente i commercianti sono obiettivo più facilmente e immediatamente raggiungibile. Ma non limitiamoci a loro, perché  così arriviamo a criminalizzare la categoria.”

Incalza sui controlli, Laura Piccini, Presidente dell’Associazione Ponte Vecchio di Firenze e già Vice Presidente della Federazione Nazionale Dettaglianti Orafi, a “E’ giusto fare i controlli e che chi evade paghi le tasse, siano essi commercianti, industriali, professionisti. Ma siccome tutti dobbiamo tirare la cinghia, allora è giusto che si controllino i politici e i loro sprechi, anche perché il cattivo andamento del Paese è dovuto alla loro gestione e agli sperperi”. “I blitz? Si facciano pure – riprende -, ma non è giusto che siano i cittadini italiani a pagare per le inefficienze e per la poca competenza dei politici”. 44 botteghe orafe con tradizione plurisecolare e la Piccini incalza “sono finiti i tempi del far west, oggi tutti i clienti sono turisti stranieri e pagano con carta di credito, E poi, prosegue, con la recente normativa , i pagamenti in contanti sono quasi scomparsi. Giusto qualche cinese e russo può ancora pagare con banconote”.  Laura Piccini fa notare poi che le medie sui redditi dichiarati dalla categoria non tengono conto delle differenze interne che vengono fatti dai valori delle grandi catene di lusso con quelle delle botteghe a conduzione famigliare specie se in piccoli centri urbani.

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