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LA CONTRAFFAZIONE NON CONOSCE CRISI

Persi 26,5 miliardi di euro per l’illegalità varie: abusivismo, contraffazione, taccheggio, criminalità.

26 novembre 2014 – Tra i prodotti contraffatti più acquistati oltre all’abbigliamento (46,6% quest’anno rispetto al 41,2% del 2013, con un aumento di oltre il 5%), ai prodotti alimentari (38% nel 2014 contro
il 28,1% dell’anno precedente, con un aumento del 10% circa), spiccano orologi, gioielli, occhiali (33%
quest’anno rispetto al 29,2% del 2013).

I dati – frutto dell’indagine commissionata a Format Ricerche sul “sentiment” di imprese e consumatori in tema di illegalità, contraffazione e abusivismo – sono stati presentati oggi in occasione della giornata di mobilitazione nazionale “Legalità mi piace”, organizzata da Confcommercio. Se pure il forte aumento dell’acquisto di contraffatto è segno evidente delle difficoltà economiche dei consumatori stretti nella morsa della crisi, un altro dato emerso invita a una particolare riflessione: il 32,1% dei consumatori intervistati afferma che l’acquisto illegale è effettuato in modo consapevole, con un significativo aumento rispetto al 19,8% del 2013.

“La lotta alla contraffazione e all’abusivismo è una priorità”. Lo ha sottolineato con determinazione il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, presente all’incontro “In questi 12 mesi abbiamo firmato 56 protocolli di legalità con le associazioni di categoria per dire che c’è cooperazione nell’assicurare sicurezza: noi ai commercianti vogliamo dare sicurezza”. Quindi “la priorità è la lotta alla contraffazione, per me è diventata un elemento prioritario nell’azione di gestione del Viminale”.
La ricerca Confcommercio-Format ha inoltre evidenziato che per oltre il 70% dei consumatori la motivazione principale per l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente di natura economica (“si pensa di fare il buon affare, risparmiando”… “non si hanno i soldi per comprare prodotti legali”).
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“Per il comparto orafo gioielliero e argentiero abusivismo e illegalità sono piaghe capaci di sottrarre ingenti risorse alle aziende, compromettendone il futuro e danneggiando allo stesso tempo il tessuto sano delle nostre città” è quanto ha affermato dalla sede della Camera di Commercio di Bari il presidente di Federpreziosi, Giuseppe Aquilino, nel corso del dibattito sulla legalità, seguito alla diretta streaming da Roma, che ha coinvolto tutto il sistema Confcommercio. “Basti pensare all’offerta di articoli contraffatti di marchi noti che si è enormemente diversificata nel corso degli anni, fino ad arrivare a soddisfare ogni livello di domanda: dalla richiesta di imitazioni, ispirate ai modelli originali, con tanto di marchio e/o altre caratteristiche tipiche del brand copiato, alla riproduzione fedele dei modelli originali che minano la legalità del comparto e sovente mettono a rischio la salute delle persone con l’utilizzo di metalli, o altro materiale, che risulta altamente tossico”.

“Vi sono le vere e proprie clonazioni di oggetti autentici, la cui provenienza è quanto mai dubbia” ha proseguito Aquilino nel suo intervento. “E quando si parla di legalità, il concetto va interpretato a 360 gradi. Non si può ammettere e accettare che orafi in regola con le disposizioni vigenti perdano il lavoro perché continuano a fiorire laboratori nei sottoscala che violano ogni tipo di norma. In questo caso i controlli delle autorità amministrative locali devono essere necessariamente più serrati”.

Aprendo la giornata di mobilitazione, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha sottolineato che “quello della legalità è un tema su cui non bisogna mai abbassare la guardia. Non lo devono fare le imprese, le istituzioni e le rappresentanze di impresa che, come forma di aggregazione sul territorio e nelle categorie, hanno una responsabilità in più”. “Siamo in un certo senso – ha proseguito Sangalli – il “primo argine” contro l’illegalità nell’economia: perché mettersi insieme significa sentirsi meno soli. Ecco: noi non molliamo la presa su questo tema perché alla crisi economica, alla contrazione dei consumi e ai problemi occupazionali, si somma drammaticamente, anche il costo dell’illegalità e la concorrenza sleale di chi non rispetta le regole”. “E, a proposito di regole – ha ribadito presidente di Confcommercio – credo che sia importante ripetere oggi una cosa che diciamo spesso: c’è bisogno di semplificazione. Ce n’è bisogno non solo per agevolare l’attività di chi produce ricchezza in questo Paese, ma anche perché nella complicazione, nella complessità spesso si annidano corruzione, illegalità, criminalità. E, più la crisi si protrae, più la forza di reagire si affievolisce da parte della singola impresa in regola. E noi non possiamo permettercelo, non solo moralmente, ma anche come sistema Paese”.

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