L’ARGENTO

L’argento è l’elemento chimico nella tavola periodica che ha simbolo Ag (dall’abbreviazione del latino Argentum) e numero atomico 47. È un metallo di transizione tenero, bianco e lucido; l’argento è il migliore conduttore di calore ed elettricità fra tutti i metalli, e si trova in natura sia puro che sotto forma di minerale. Si usa nella monetazione, in fotografia e in gioielleria, in cui è protagonista di un’intera branca, l’argenteria, che riguarda coppe, cuccume, vassoi, cornici e posate da tavola.

Caratteristiche

L’argento è un metallo monovalente molto duttile e malleabile, appena più duro dell’oro, con una lucentezza metallica bianca che viene accentuata dalla lucidatura. Ha la maggiore conducibilità elettrica tra tutti i metalli, superiore persino a quella del rame che però ha maggiore diffusione per via del minore costo.

L’argento puro, tra i metalli, ha anche la più alta conducibilità termica, il colore più bianco, la maggiore riflettanza della luce visibile (povera invece nel caso della luce ultravioletta) e la minore resistenza all’urto. Gli alogenuri d’argento sono fotosensibili e l’effetto prodotto su di essi dalla luce è alla base della fotografia analogica (cioè su pellicola e carta chimica).L’argento è stabile nell’aria pura e nell’acqua pura, ma scurisce quando è esposto all’ozono, all’acido solfidrico o all’aria contenente tracce di composti dello zolfo.Nei suoi composti l’argento ha numero di ossidazione+1.

La Storia

L’argento è noto fin dall’antichità. Il termine deriva dal latino argentum e dal greco αργύριον, legati ad αργός “splendente, candido, bianco”. È menzionato già in testi cuneiformi del III millennio, nel libro della Genesi, e l’analisi di resti nei siti archeologici dell’Asia minore, delle isole del Mar Egeo, e del Vicino Oriente, indica che l’argento già nel IV millennio a.C. veniva separato dal piombo, e che erano note le tecniche di cesello, sbalzo e agemina rimaste sino all’età moderna.[1] Per millenni l’argento è stato usato come ornamento e come materiale per utensili, come merce di scambio e come base per molti sistemi monetari. È stato a lungo considerato il secondo metallo più prezioso, dopo l’oro. Nel Buddhismo è il secondo dei sette tesori, e simboleggia la virtù.

In molte teologie e cosmogonie, l’argento è associato alla luna e a divinità lunari e femminili. Benché chimicamente i due elementi non siano correlati, nell’antichità il mercurio veniva considerato come una specie particolare di argento – da cui il nome tradizionale di argento vivo ed il suo nome latino hydrargyrium (argento liquido). In araldica il colore argento ricorre in molti stemmi e blasoni; a volte viene rappresentato con il colore bianco. In molte teologie e cosmogonie, l’argento è associato alla luna e a divinità lunari e femminili. Benché chimicamente i due elementi non siano correlati, nell’antichità il mercurio veniva considerato come una specie particolare di argento – da cui il nome tradizionale di argento vivo ed il suo nome latino hydrargyrium (argento liquido). In araldica il colore argento ricorre in molti stemmi e blasoni; a volte viene rappresentato con il colore bianco. Il valore dell’argento subì un brusco calo quando la scoperta di giacimenti in America Latina, tra cui le miniere di Zacatecas e Potosì, portò ad un’inflazione del metallo. L’argento dà il nome ad una nazione, l’Argentina, ed al suo principale fiume, il Rio de la Plata – dal suo nome spagnolo, plata. Nel corso del secolo diciannovesimo l’argento iniziò ad essere demonetizzato mentre l’oro seguirà il medesimo destino nel secolo successivo. Mentre l’oro resta però in parte nei forzieri delle banche centrali l’argento fu man mano completamente liquidato. Questa immensa quantità d’argento “liberata” dalle funzioni monetarie ha causato fino a tempi recentissimi una grande disponibilità di metallo, nonostante la produzione mineraria fosse di gran lunga inferiore ai consumi. La quantità di argento disponibile sulla crosta terrestre è di ppm (g/ton) 0,0800, superiore di 20 volte dell’oro che è ppm (g/ton) 0,0040, e del platino che è ppm (g/ton) 0,0100; la potenzialità di estrazione dalle miniere per l’argento è di circa 547 milioni di once troy all’anno, contro 82 milioni di once troy dell’oro e 5 milioni di once troy del platino. Per questi motivi e anche per i costi di estrazione enormemente superiori per l’oro, l’argento ha e avrà sempre un valore nettamente inferiore rispetto ad altri metalli preziosi. Da valutare per un investimento il rapporto oro/argento: dal 1344 fino verso al 1830 ha sempre avuto un rapporto quasi fisso di circa 1 a 16, verso fine Ottocento ha cominciato ad alzarsi per toccare un record di 1/153 nel 1939, poi ridiscendere a 1/28 nel 1971 e risalire a 1/110 nel 1992, nel 2008 il rapporto (molto volatile) si sta mantenendo nell’intervallo fra i 1/46 e 1/93. Calcolando l’inflazione e ragionando in termini odierni (2008) l’argento ha avuto il suo valore massimo nel 1477 con un prezzo di 1.040 dollari all’oncia troy, poi è iniziata la discesa che ha portato il prezzo ai minimi nel 1993 a 3,53 dollari per oncia troy. Dal 2004 il prezzo dell’argento ha ripreso a salire arrivando a superare i 29 dollari l’oncia alla fine del 2010. In ogni caso chi avesse investito in argento nel 1477 si troverebbe ai giorni nostri con una perdita reale superiore al 90%; ciò nonostante l’argento è considerato un bene rifugio. Infatti ben peggio han fatto le varie banconote cartacee il cui valore si è annientato; inoltre la svalutazione dell’argento nei secoli è avvenuta in modo lento e graduale e non improvvisamente come per la carta-moneta, i cui possessori caddero nella miseria.

Titolo dell’argento

Per titolo si intende la percentuale minima di argento puro presente nella lega metallica che compone un oggetto. In virtù della bellezza e lucentezza di questo metallo prezioso, sin dai tempi antichi, è stato utilizzato per monete, posate, vasellame, monili e altro. I lingotti d’argento che sono in commercio hanno normalmente titolo 999/1000, la lega è composta cioè del 99,9% d’argento puro. La maggior parte di gioielli e di oggetti per la casa hanno invece titolo 800, 835 e 925. Questi numeri indicano la percentuale minima di argento puro che, combinato con altri metall, compone l’oggetto. L’argento marchiato o punzonato 925, che in inglese è definito Sterling Silver, indica una composizione garantita di 925 parti minime di argento e 75 massime di qualsiasi altro minerale. In genere la componente in rame è preponderante tra gli altri metalli usati. Per particolari lavorazioni viene usato nella lega anche lo zinco in percentuali massime dello 0,5%. . Il marchio 800 indica una composizione garantita di 800 parti minimo di argento puro e di 200 parti massimo di rame e altri minerali. Il titolo 835 è stato usato per molte monete d’argento, quali le 500 lire con le caravelle coniate dal 1957 dalla Zecca italiana.

Titolo dell’argento

In ogni paese esiste una disciplina legale sui marchi che devono essere riportati sugli oggetti d’argento a garanzia degli acquirenti. Ad esempio in Inghilterra, già dal 1544 il simbolo dell’argento non è un numero come 800 o 925, ma una figura di leone passante verso sinistra. In Italia vigevano diversi simboli e sistemi a seconda dei periodi e delle dominazioni e solo a seguito dell’unità d’Italia furono soppressi i vari punzoni degli stati preunitari. Con legge del 2 maggio 1872 fu introdotta una punzonatura di garanzia facoltativa, una testa di donna turrita che, se riportava il numero 1 alla base indicava il titolo 950, con il numero 2 il titolo 900, con il numero 3 il titolo 800. Con legge del 5 febbraio 1934 vengono imposti due punzoni. Il primo, ad esempio 800, racchiuso in un ovale, che indicava il titolo, ed un secondo punzone che doveva contenere il numero dell’argentiere e la provincia, separati da un fascio littorio e racchiusi in una losanga tronca. Nel 1944 viene eliminato il fascio littorio mantenendo invariato il sistema del doppio punzone. Ad esempio un oggetto che ha un punzone con un 800 racchiuso in un ovale affiancato da un secondo punzone che, all’interno di una losanga tronca, contiene la dicitura 1 BO ci dice che l’oggetto è d’argento 800 ed è stato fabbricato dall’argentiere di Bologna che aveva ottenuto il numero 1. Se troviamo i punzoni 925 nell’ovale e 79 PA nella losanga tronca significa che il nostro oggetto è d’argento 925 su 1000 ed è stato fabbricato dall’argentiere 79 di Palermo. Con legge del 30 gennaio 1968 c’è una lieve modifica del punzone del produttore che da losanga tronca diventa esagono allungato in cui deve comparire una stella (simbolo della Repubblica) il numero e la provincia dell’argentiere. Per esempio <* 79 PA> indica che l’oggetto è stato fabbricato dopo la legge del 1968 ed il decreto attuativo del 1970. Questa punzonatura è quella tuttora vigente. Con legge 22 maggio 1999 è stato introdotto un nuovo punzone per i casi in cui l’argento sia esterno ed a copertura di altro materiale. Immaginiamo un coltello d’argento. Di solito la lama e l’interno del manico sono di acciaio. Quindi l’argento è limitato ad una lamina esterna al manico. L’interno può anche essere riempito di resina o altro materiale. In questo caso il nuovo punzone, una lettera [R] racchiusa in un quadrato, ci indica che il manico è “riempito” di altro materiale non prezioso. Vicino alla R deve essere indicata la quantità d’argento minima e massima seguita da una g (grammi). Quindi [R] 3-5 g sta ad indicare che l’oggetto “riempito” ha da 3 a 5 grammi d’argento. Nulla vieta di aggiungere loghi o simboli dell’argentiere.

Powered by Rodolfo Bartucca