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n. 105/2022 |APPUNTI DEL GIORNO|

#Assemblea2022 #Confcommerciocè – L’odierna Assemblea di Confcommercio ricopre un valore simbolico straordinario perché rappresenta di fatto il ritorno alla normalità. Infatti, dopo le edizioni “Covid” si torna ad una partecipazione in presenza anche con i rappresentanti del Governo, delle Istituzioni, del mondo politico, economico e sindacale, oltre ai soci, ai rappresentanti dei territori e delle categorie del nostro sistema associativo provenienti da tutta Italia. Oltre 1.500 i partecipanti. Anche i contenuti della relazione del Presidente Carlo Sangalli richiameranno gli ultimi effetti della pandemia e dell’invasione dell’Ucraina e alla necessità di dare una prospettiva di maggiore crescita all’economia. Crescita che può avvenire solo a due condizioni: il successo della diplomazia internazionale per fermare la guerra e la messa in atto del PNRR per sfruttare appieno e bene le risorse che ci vengono dall’Europa. L’Assemblea inizia alle ore 15.00 con il messaggio di saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre le conclusioni sono affidate al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. #Assemblea2022 #Confcommerciocè

Crescita italiana a ritmo lento – L’economia italiana continuerà a crescere ma ad un ritmo più lento e non andrà oltre il 2,8% quest’anno e 1’1,9% nel 2023. Questa è la previsione dell’Istat, che sottolinea gli “elevati rischi al ribasso” legati a ulteriori aumenti dei prezzi, alla flessione del commercio internazionale e all’aumento dei tassi di interesse. D’altronde la necessità di compensare gli effetti degli aumenti energetici fa i conti con il rischio, evocato anche dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, di una nuova spirale prezzi-salari. L’inflazione è prevista al 5,8%, mentre nel 2023 gli effetti dovrebbero attenuarsi e il caro vita dovrebbe frenare al +2,6%.

Quando i clienti erano (quasi) amici – Il commercio al dettaglio è stato chiamato nell’ultimo biennio a una sfida che non si era chiaramente e completamente manifestata prima della pandemia; complici il cambiamento dei flussi dentro le città e nei centri storici, l’incremento repentino dello smart working, nonché una più accesa competizione con il commercio elettronico. Fattori che hanno determinato una revisione delle modalità di scambio e offerta dei beni tra cittadini e luoghi fisici. Sul tema, la nuova Politica di coesione europea 2021-2027 offre l’occasione di definire e gestire direttamente progetti e azioni di rigenerazione urbana per il rilancio economico, sociale e ambientale delle città, anche a favore delle imprese del commercio e dei servizi. Allo stesso modo e per gli ambiti di competenza, le misure e le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono focalizzate sulle sfide urbane e territoriali del nostro Paese, come il Programma innovativo per la qualità dell’abitare – dedicato alle politiche abitative delle città e alla rigenerazione del tessuto socio-economico – e il Piano Nazionale Borghi, basato sulla rigenerazione culturale dei piccoli centri e il loro rilancio turistico. Detto ciò, ci preme condividere con tutti voi una lettera che riporta, con gli occhi di un lettore, il cambiamento dei centri cittadini e la relativa risposta pubblicata ieri sull’edizione romana del Corriere della Sera nella rubrica “Una città, mille domande” a cura di Paolo Conti.

Caro Conti, assistiamo alla chiusura di negozi storici. In compenso aprono negozi lussuosi che vendono e servono alimentari, dove il commesso non ti guarda e non ti parla e non ti saluta, nemmeno un «ciao caro» che oggi va tanto. Quella che chiude qui a Roma in realtà è la buona educazione, la base dei rapporti umani.

La lista dei negozi storici che chiudono si allunga ogni giorno di più. Scompare proprio ciò che i turisti internazionali più attenti cercano qui a Roma: i saperi artigianali e i sapori gastronomici, il piccolo negozio che da decenni vende libri antiquari o la gioielleria del secolo scorso, e potremmo continuare. In più – concordo completamente con lei- la griffe internazionale non garantisce certamente quel rapporto umano e quasi affettivo con i clienti tipico del commercio storico romano, citato anche nelle fiction e in tanti film. Non ci sono soluzioni facili, lo so, il mercato degli affitti ha le sue regole ma questa Roma va sostenuta, salvaguardata, protetta. Perché si tratta della sua anima.

Completata la disponibilità fondi per imprese “al femminile” – Sono andati esauriti nell’arco di una giornata i fondi per l’imprenditoria femminile messi a disposizione dal Mise a valere sui fondi del PNRR. Infatti, sono state ben 8.095 le imprese attive da oltre un anno che hanno presentato domanda per gli incentivi a sostegno dello sviluppo e del consolidamento delle imprese guidate da donne. Le Regioni che hanno inviato il maggior numero di progetti sono state la Lombardia e il Lazio con rispettivamente 1176 e 978 domande. A seguire la Campania e l’Emilia Romagna con 831 e 684 richieste. Le iniziative riguardano prevalentemente attività di commercio all’ingrosso o al dettaglio, attività manifatturiere o attività legate a servizi di alloggio e ristorazione.

n. 105/2022 |APPUNTI DEL GIORNO| Mercoledì 8 Giugno 2022 — S. Medardo

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