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n.18/2022 |APPUNTI DEL GIORNO

Le “prime pagine” di oggi – L’escalation nella crisi ucraina, la pace appesa ad un filo ed il mondo trattiene il respiro, con la diplomazia che gioca tutte le carte a disposizione per evitare il peggio, la curva dei contagi che si piega ma non si spezza e il ministro Speranza che invita comunque alla cautela: sono i temi che occupano le prime pagine di tutti i quotidiani. Una crisi che inevitabilmente rischia di complicare il percorso di crescita, penalizzando gli approvvigionamenti di energia ma anche le esportazioni del nostro “Made in”, nonché le importazioni di materie prime per la nostra industria. D’altronde con un debito pubblico che è sceso più del previsto nel 2021, è decisivo mantenere gli attuali ritmi di crescita. A dichiararlo Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, lanciando un messaggio di ottimismo, ma all’insegna del rigore, con la ripresa “che dovrebbe riacquistare vigore in primavera”. E se “l’incremento dei costi non deve però trasformarsi in una prolungata spirale inflazionistica”, Visco conferma poi la discesa del rapporto fra debito pubblico e Pil a quota 150%, tendenza anticipata dal Presidente del consiglio, Mario Draghi, che ieri ha celebrato un anno dal suo insediamento, convinto assertore della necessità di mantenere i livelli di crescita, poiché “l’inflazione, sta aggredendo il potere d’acquisto dei lavoratori ed erodendo la competitività delle imprese”. La sfida è, dunque, quella di mantenere alti livelli di crescita e, soprattutto, di credibilità del Paese che ha smesso di fare debiti e scostamenti di bilancio ed ha imboccato un percorso virtuoso. In settimana arriverà dal Consiglio dei Ministri l’atteso decreto per arginare il caro-bollette con gli auspicati interventi strutturali. Intanto nel corso dell’audizione in Commissione Industria al Senato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel promuovere le misure adottate finora dal governo per calmierare l’aumento dei prezzi dell’energia, raccomanda di accelerare la liberalizzazione del mercato al dettaglio.

Le cose cambiano. Noi sappiamo cambiare? – Parlare di cambio generazionale – qualunque sia la tipologia dell’azienda – significa trattare un argomento estremamente delicato. Lo abbiamo affrontato spesso in passato. La lettera di una giovane “erede” pubblicata sul Il Sole 24 Ore di venerdì 11 febbraio per presentare il libro di Emanuele Sacerdote “Il Futuro Erede” ci ha fatto tornare la voglia di affrontare l’argomento riflettendo ad alta voce sulle difficoltà che comporta l’inserimento in azienda delle “nuove leve”. Almeno su un punto siamo tutti in accordo: non è un passaggio semplice, ma sicuramente è meno traumatico quando da parte di tutti vi è la capacità di ascoltare e di mettersi in gioco. Più facile a dirsi che a farsi. La lettera citata è uno specchio della realtà. Vale la pena di evidenziarne un paio di passaggi. “Spesso ho la sensazione che oggi sia tutto orientato alla gestione del quotidiano e che molti aspetti siano scontati”. “L’azienda e la famiglia sono completamente legati a doppia mandata. Fino a oggi è stato facile trasformare le intuizioni in risultati, ma da domani bisognerà essere più abili e preparati se vogliamo continuare e se vogliamo dare spazio alle prossime generazioni”. Nel nostro settore, stando ai dati in nostro possesso, non sono poche le imprese, prevalentemente a conduzione familiare, ad affrontare questo passo e nel farlo tutte si trovano a dover tenere conto di implicazioni che coinvolgono l’integrità, la continuità, la redditività e il benessere dell’azienda e di chi vi lavora. Un passaggio spesso non facile in cui è determinante la capacità da parte di tutti – del “vecchio” e del “nuovo” – di ascoltare, di mettersi in discussione, di confrontarsi con disponibilità. “Passare il testimone” può offrire l’opportunità per le aziende orafe di innovarsi, rinnovarsi, rafforzare la propria posizione sul mercato e per coglierla è indispensabile che le nuove idee non travolgano quelle già sperimentate e che, a sua volta, il passato non sia un freno per il futuro. I giovani rappresentano una risorsa. Ma fino a che punto ciò è percepito in azienda? Il futuro è oggi o domani? Nella mitologia sono molte le storie basate sui rapporti tra padre e figlio. Il mito a cui dovrebbe ispirarsi chi è impegnato ad affrontare una successione aziendale è quello di Ulisse, che trae l’intelligenza e l’astuzia per affrontare la sua “odissea” proprio dalla stabilità e dalla sicurezza affettiva con suo padre e con suo figlio: ciò per sottolineare come soltanto la forza e la fiducia che derivano da rapporti familiari stabili e da conseguenti successioni non traumatiche permettono di superare le difficili prove che quotidianamente le nostre gioiellerie affrontano. Si può uscire vincenti e fortificati dal processo di evoluzione in atto sviluppando un ambiente di lavoro in cui l’intera famiglia si senta coinvolta e sia in grado di incoraggiare e ricompensare la creatività innovativa di ognuno dei suoi componenti. Questi sono i nostri pensieri. Raccontateci le vostre storie, anzi sentitevi spronati ad inviarci una vostra riflessione.

Fondo per le piccole e medie imprese creative – Finalizzato a promuovere nuova imprenditorialità e lo sviluppo del settore, attraverso contributi a fondo perduto, istituito dal Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero della Cultura prevede interventi di sostegno nel capitale sociale e finanziamenti agevolativi da destinare all’acquisto di macchinari innovativi, servizi specialistici, finalizzati anche alla valorizzazione di brevetti. Il Fondo, rivolto, tra le altre, anche ad aziende del comparto orafo gioielliero orologiero dispone di risorse pari a 40 milioni di euro ed è rivolto anche ad aziende del nostro settore. Il tema nella circolare 7/2021 trasmessa in data odierna alle associazioni territoriali Federpreziosi.

n.18/2022 |APPUNTI DEL GIORNO |Lunedì 14 febbraio 2022 – S. Valentino n.18/2022
L’amore è altruismo, capacità di comprendere le inevitabili unicità dell’uno e dell’altro. Guardarsi dentro e parlare, senza schermi, delle proprie fragilità. Vivere i rapporti non in continua contrapposizione o in competizione o nell’indifferenza ma nella condivisione di progetti. Infine, non controllo, ma rispetto l’uno dell’altro. Semplicemente un pensiero da condividere con tutti voi oggi 14 febbraio.

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