Per il direttore di Federpreziosi Confcommercio Steven Tranquilli “la capacità dei gioiellieri di trasmettere consapevolezza del valore e conoscenza del prodotto sono elementi che fanno la differenza”.
“Il mercato italiano manifesta segnali di sostanziale stabilità, con una leggera tendenza al calo dei pezzi venduti e all’amento del valore” annuncia il Presidente di Assorologi Mario Peserico introducendo l’odierna presentazione in Confcommercio Milano dell’indagine 2016 condotta da GFK sul mercato degli orologi da polso in Italia. Dopo un biennio di leggera crescita si registra una sostanziale tenuta con un miliardo e mezzo di valore e quasi 7 milioni di pezzi. Il dato globale di vendita attraverso le gioiellerie a consumatori italiani ed esteri mostra una flessione del 7% a quantità e un +0,3% a valore.
“A dispetto di una sostanziale stabilità numerica” sottolinea Peserico “il mercato dell’orologeria si muove, mostra novità di prodotto, di design, di tecnologie, affronta competitor agguerriti. Abbiamo la certezza di poter riaffermare il fascino e l’attrattiva del prodotto di fronte a un consumatore sempre più evoluto ed attento.”
Una convinzione, questa, sostenuta dal direttore di Federpreziosi Confcommercio Steven Tranquilli, intervenuto all’incontro, a commento del dato relativo ai canali di vendita. “E’ vero” ribadisce il direttore Tranquilli “che, come nelle indagini da noi condotte, le gioiellerie e le orologerie, tradizionali o ubicate all’interno di un centro commerciale, si confermano il canale principale, perdendo qualche punto percentuale in quantità (53%) ma recuperando in valore (56%) e che i negozi mono marca crescono sia a quantità (8,4%) che a valore (4,1%). Ma è significativo che il canale internet risulti crescere ogni anno in misura esponenziale, passando dal 16,3% del 2015 al 25,6% del 2016 (a valore dall’11% al 14,6%). Sono dunque la capacità dei gioiellieri di trasmettere al cliente la consapevolezza del valore e la conoscenza del prodotto orologiero, l’offerta di assistenza e il servizio post vendita, che fanno la differenza e su questo obiettivo si deve concentrare l’impegno anche a livello di comunicazione.”
“Ci aspettavamo” dichiara il presidente Peserico “l’ulteriore crescita del canale Internet, che sta assumendo un rilievo davvero significativo. Credo che questo canale debba essere considerato soprattutto per quello che è: un “canale distributivo” e non un “concorrente”, anche se siamo consapevoli dei risvolti problematici, in termini di mercato parallelo ma soprattutto di veicolo di contraffazione, che questo canale reca in sé.”