I GIOIELLIERI AVEVANO RAGIONE NEL CHIEDERE TRASPARENZA

Roma, 18 Ottobre 2016 – Se avete bisogno di una consulenza di carattere fiscale interpellate un pubblicitario? Se avete bisogno di risolvere un problema di salute vi rivolgete a un architetto? Domande paradossali e risposte scontate.
Il servizio di Emanuele Bellano nella puntata di Report andata in onda ieri sera non ha lasciato ombra di dubbio su un particolare aspetto del mercato dei diamanti: le modalità e i prezzi di compra vendita, cosa attende chi si affida ciecamente a interlocutori che lo propongono non solo come bene rifugio, ma come investimento, chi ci guadagna veramente. L’operazione di trasparenza si è avviata in maniera incisiva!
Per acquistare un “prezioso”, che sia gemma o gioiello, luogo deputato resta la gioielleria. Lo hanno dimostrato le ricerche certificate condotte negli ultimi due anni da Federpreziosi Confcommercio con Format Research e presentate al pubblico nel corso delle tavole rotonde organizzate in occasione di varie edizioni delle manifestazioni orafe di Fiera di Vicenza. A VicenzaOro September 2016 l’incontro “Trasparente come un diamante – Fascino e Business” ha portato alla ribalta un tema di grande importanza per i gioiellieri, entrando in maniera puntuale nel vivo di argomento di particolare attualità: i cosiddetti diamanti da investimento. Ne hanno parlato alcuni esponenti del mondo orafo tra i quali dettaglianti e fabbricanti come Daniele Oldani, Fulvio Pertica, Salvatore Ciulla, Loredana Prosperi di IGI-Istituto Gemmologico Italiano, Marcello Manna della Borsa Diamanti di Anversa.

“I diamanti sono le gemme preziose per eccellenza, sono gioielli, e chi meglio di un gioielliere professionista può dare le corrette informazioni? A parità di caratteristiche è infondata e a dir poco assurda la distinzione tra diamanti da investimento e ‘altri’ diamanti, i diamanti ‘da gioielleria’, come qualcuno li ha definiti”. Non usa mezzi termini il presidente di Federpreziosi Confcommercio Giuseppe Aquilino nel corso degli incontri con gli operatori e delle conferenze stampa dedicati alla presentazione della campagna di comunicazione in tema di trasparenza del mercato dei diamanti che ha preso recentemente il via con l’esposizione nelle vetrine delle gioiellerie di un invito a entrare e avvalersi della consulenza di un competente professionista.
Non è da ieri che il settore si batte per affermare la professionalità e la competenza della figura del gioielliere anche nell’ambito delle pietre preziose e dei diamanti in particolare e per chiedere chiarezza trasparenza nell’informazione su prezzi di acquisto, prezzi e modalità di vendita, presunti rendimenti.
Già nel 2012 una nota ufficiale congiunta di Federpreziosi Confcommercio, Confindustra Federorafi, Federpietre metteva in guardia da affermazioni non corrette e fuorvianti ribadendo che “la qualità delle gemme utilizzate per i gioielli non è automaticamente più bassa, ma è variabile e dipende dalla scelta del consumatore. E’ sufficiente chiederlo a qualunque produttore o dettagliante orafo” e sottolineando in maniera particolare che “i laboratori gemmologici di cui si avvale il settore orafo sono i medesimi di cui si devono avvalere coloro che propongono sul mercato diamanti da investimento, che altro non sono che pietre che possono essere utilizzate per la creazione del gioiello. Ciò nella pratica avviene molto più spesso di quanto si creda.

In tempi recenti, per i noti motivi della ridotta redditività di altri beni, la proposta di diamanti come bene di investimento si è fatta più incalzante, paragonandolo impropriamente a un bene rifugio come l’oro, sul mercato è cresciuta in maniera esponenziale la presenza di altri interlocutori e vengono realizzate massicce campagne stampa. Nei numerosi servizi che supportano tali campagne compaiono anche dichiarazioni quali “i diamanti da investimento sono solo una piccolissima parte, il 2% del tagliato. Niente a che vedere con le pietre preziose che si montano sui gioielli” oppure “a puntare sui diamanti sono decine di migliaia di italiani …..perché la pietra pur essendo un prodotto finanziario a tutti gli effetti è considerato un bene di libera circolazione e quindi non soggetto a imposte sul capital gain”.
Trasparenza e chiarezza sono più che mai all’ordine del giorno in tutti i settori e in tutti i campi e proprio una categoria come quella orafa spesso oggetto di attenzioni non proprio benevole deve appoggiare iniziative intese a una sempre maggiore trasparenza a vantaggio della qualificazione della professionalità. Da anni a questa parte praticamente tutti gli operatori, le associazioni, gli enti del settore orafo gioielliero ad ogni livello e in tutte le parti d’Italia si sono battuti per l’introduzione di una normativa riguardante i materiali gemmologici e stupisce che ancora non sia passata al vaglio definitivo del governo tanto più che si tratta di una regolamentazione tesa a: tutelare il consumatore in modo che possa essere edotto in modo chiaro e inequivocabile sulle caratteristiche del materiale gemmologico che acquista; rendere responsabile l’operatore (importatore, grossista, fabbricante, dettagliante) della denominazione e della qualità di quanto propone al cliente; ostacolare la concorrenza sleale.

L’operazione di trasparenza attraverso i media si è avviata in maniera incisiva : il servizio di Report su RAI 3 di lunedì 17 ottobre 2016 contribuirà a chiarire le idee al pubblico dei consumatori.
Per vedere il servizio andato in onda su Report clicca qui (http://www.raiplay.it/video/2016/10/Report-2d173637-b332-4bc0-99bd-98ab943e427c.html)