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RIPARTE L’ITER GOVERNATIVO SUI DISEGNI DI LEGGE PER IL SETTORE ORAFO

Sen. Donella Mattesini
Sen. Donella Mattesini

Roma , 23 Maggio 2014 – In pieno fermento i lavori della X Commissione Senato per l’esame dei disegni di legge settoriali riguardanti la compravendita di oro e di oggetti preziosi usati, i titoli e marchi di identificazione dei metalli preziosi e  la regolamentazione dei materiali gemmologici.

Dopo essere state conglobate in un’unica proposta con l’obiettivo dichiarato di agevolarne e velocizzarne l’iter, alla metà di Maggio  la X Commissione Senato ha deliberato di disgiungerle  identificando i testi base su cui intervenire attraverso proposte emendative. In materia di  compravendita e di tracciabilità di oggetti preziosi usati viene preso in esame l’AS237, di cui è prima firmataria la Sen. Donella Mattesini, in merito al quale nel corso dell’audizione al Senato il 30 Gennaio scorso Confcommercio Federpreziosi insieme alla Consulta Orafa aveva espresso perplessità circa la previsione di estendere a chiunque intende esercitare l’attività di compravendita di oggetti preziosi usati in oro le stringenti previsioni normative previste dalla Legge 17 gennaio 2000, n. 7.

Giuseppe Aquilino, Presidente Federpreziosi - Confcommercio
Giuseppe Aquilino, Presidente Federpreziosi – Confcommercio

Il presidente di Confcommercio Federpreziosi Giuseppe Aquilino ribadisce con forza come le categorie avessero in linea di principio ritenuto di “convenire sulla previsione del possesso di requisiti quali la forma giuridica di società di capitale o di società cooperativa, l’oggetto sociale che comporti il commercio dell’oro ed un capitale sociale non inferiore a quello previsto per le S.p.A. pari a 120.000 euro, oltre al possesso dei requisiti di onorabilità di cui al Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia.” Ma, al tempo stesso, era stato sottolineato come non condivisibile  che la medesima previsione fosse da “applicare anche a quanti svolgono l’attività di compravendita di oggetti preziosi usati in maniera occasionale o marginale all’attività prevalente, seppur con la previsione della riduzione del capitale sociale a 40.000 euro escludendo di fatto le operazioni relative al fino, ad uso industriale e semilavorati di esclusiva pertinenza degli operatori a pieno titolo”.

Steven Tranquilli, Direttore Federpreziosi - Confcommercio
Steven Tranquilli, Direttore Federpreziosi – Confcommercio

“Come sottolineato in sede di audizione”  dichiara  il direttore di Federpreziosi Steven Tranquilli  “è importante che venga applicata una netta distinzione tra chi esercita come prevalente l’attività di compro oro e chi non la svolge in maniera prevalente ma a margine dell’attività di commercio al dettaglio di oggetti preziosi nuovi. Anche perché spesso l’acquisto di oggetti usati è un opportunità in un momento di grave recessione economica, specie per attività a conduzione prettamente familiare (il 75 % delle attività al dettaglio orafo presenti sul territorio nazionale) che a fronte di una mutata richiesta del mercato accettano, anche in permuta di oggetti nuovi, monili obsoleti o comunque fuori mercato la cui unica destinazione può essere la successiva fusione o la trasformazione presso aziende produttrici, favorendo anche in questo caso la rivitalizzazione del mercato. E consideriamo, inoltre, che l’attività di permuta rientra, da sempre, tra i servizi offerti alla clientela dalle attività al dettaglio”.

“Non va dimenticato” sottolinea il Presidente Aquilino “che su una platea di esercizi che svolgono l’attività al dettaglio di gioielleria e argenteria con riferimento ai dati rilevati dall’Agenzia delle Entrate nel novembre 2013, su 16.620 contribuenti oggetto dell’analisi sugli studi di settore  per il periodo d’imposta 2011, solo 1.922 sono le imprese strutturate con la forma giuridica propria delle società di capitale, mentre la parte delle restanti attività, vale a dire l’88,44%, è costituita da società di persone (26,8%) o da persone fisiche (61,56); pertanto l’adozione dei criteri previsti dalla proposta relativamente ai requisiti per le cosiddette attività secondarie, troverebbero difficile applicazione per il conseguente onere finanziario a carico delle imprese costrette a mutare, per il necessario adeguamento normativo, la propria forma giuridica. E in momento di congiuntura economica come l’attuale, in cui le vendite di preziosi sono al palo, richiedere ai nostri colleghi operatori al dettaglio un ulteriore sforzo mi sembra del tutto fuori luogo! “

A parere di Federpreziosi Confcommercio è auspicabile la distinzione delle attività di compravendita di oggetti preziosi usati sulla base della prevalenza e della marginalità da ricercarsi sull’ammontare complessivo dei ricavi (da definire in percentuale al ricavo dei proventi derivanti dall’attività principale in questione), limitando di fatto l’operatività alle operazioni concernenti oggetti preziosi usati tralasciando quando compreso nella dizione “oro da investimento” di cui alla legge 17 gennaio 2000 n.7 ai soli operatori esercenti attività prevalente.

 

 

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