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TRACCIABILITÀ E FISCALITÀ: NORME INTERNAZIONALI UGUALI PER TUTTI

A fine Novembre sono state nuovamente affrontate in sede Unione Europea le priorità strategiche in tema di evasione fiscale.

Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera condividono  la  necessità  di  un  forte impegno coordinato a livello comunitario.

10 Dicembre 2013 -Sull’articolata e complessa materia della lotta all’evasione e della fiscalità continuano su più fronti i lavori delle varie commissioni e istituzioni europee

Il 26 Novembre scorso il  Commissario Europeo per la fiscalità Algirdas Šemeta è intervenuto alla commissione ECON del Parlamento Europeo per presentare le priorità strategiche dell’Unione Europea nella lotta contro l’evasione, focalizzate, tra l’altro, su “tracciabilità” e “scambio di informazioni”: tracciabilità per avere sempre più adeguati ed efficaci controlli relativamente alle transazioni economiche a rischio di evasione fiscale; scambio di informazioni al fine di potenziare le politiche nazionali, rendendole efficaci a livello internazionale.

Vari Commissari europei e varie istituzioni stanno progettando strategie complementari tra le quali, ad esempio, la direttiva sui pagamenti che mira a rendere omogenei i costi delle transazioni di denaro contante e denaro elettronico. Importante e parallelo è anche l’impegno della Banca Centrale Europea – per quanto attiene all’anti-riciclaggio (molte volte derivato dall’evasione fiscale) – in tema di sostituzione delle banconote nell’eurozona con quelle di nuova generazione e la ventilata abolizione della banconota da 500 euro.

Lo stesso Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha sottolineato come la situazione  richieda “risposte coordinate a livello internazionale”. Opinione condivisa dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, secondo il quale “nonostante l’impegno ed i grandi passi in avanti fatti negli ultimi anni c’è ancora molta strada da fare”.

Gli interventi di Befera e Saccomanni sono arrivati in occasione del convegno “La legalità fiscale italiana, asimmetrie e convergenze con l’Europa” tenuto all’Agenzia delle Entrate. “In un’economia globalizzata – ha osservato Saccomanni – un’azione efficace di contrasto all’evasione fiscale internazionale non può limitarsi a misure domestiche unilaterali: si rendono necessarie anche risposte coordinate a livello internazionale (…), anche perché l’evasione fiscale ha effetti distorsivi sull’allocazione delle risorse (…). Ci auguriamo che si prosegua con celerità sulla strada dell’adozione di criteri omogenei per la circolazione e l’utilizzo del contante, coinvolgendo in primis i Paesi membri dell’UE, ma intervenendo anche a livello internazionale più ampio, come, in effetti  si è già in parte riusciti a fare con gli Stati del G8 e del G20, che hanno inserito il tema nell’agenda dei loro summit”,  dichiara il presidente di Federpreziosi Giuseppe Aquilino. “Al tempo stesso”, rileva tuttavia Aquilino, “a livello UE è ancor più importante che si continui a focalizzare maggiormente  e con rapidità, l’attenzione sugli interventi che attengono alle disparità di condizioni per quanto concerne i costi delle transazioni, i limiti dell’utilizzo del contante così inspiegabilmente e ingiustamente discriminanti per alcuni Paesi, in testa a tutti il nostro. Vale la pena di ricordare ancora una volta l’enorme discrepanza della nostra soglia dei 1.000 euro nei confronti di altri Paesi come, per citarne solo alcuni, Belgio con 15.000 euro, Danimarca 13.400 euro, Francia  3.000 euro, Romania 2.300 euro, Slovenia 15.000 euro, Spagna  2.500 euro, mentre negli altri Paesi non vi è alcun limite. Solo in Portogallo e in Grecia sono in vigore limiti restrittivi paragonabili ai nostri: 1.000 euro nel primo caso e 1.500 euro nel secondo. Lo studio pubblicato da Bankitalia nel Gennaio 2013 ha evidenziato come il problema dell’economia sommersa non sia sufficiente a spiegare il basso utilizzo di strumenti di pagamento elettronici nelle transazioni al dettaglio ma quanta rilevanza abbiano anche fattori di sviluppo, quali la capacità innovativa e il reddito pro capite. Il nostro Paese si è adeguato con grandi sacrifici di tutti, e di alcune categorie in particolare, a regole imposte e penalizzanti al punto tale che rischiano di compromettere possibilità di ripresa in tempi ragionevolmente brevi per permetterci la pura e semplice sopravvivenza. E qui sta a noi di continuare a mantenere la pressione a livello del nostro sistema politico e finanziario”.

 

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