Roma, 31 Maggio 2016 – Ad affermarlo, relativamente alla situazione economica generale del Paese, è uno studio dell’Osservatorio del Credito di Confcommercio elaborato in collaborazione con Format Research in cui si evidenzia come le imprese stiano recuperando, anche se soltanto in parte, il ritardo accumulato negli anni della crisi.
L’indagine, riferita al primo trimestre 2016, rileva, inoltre come l’indicatore congiunturale resti al di sotto dell’area di «espansione», persistendo ancora evidenti situazioni di difficoltà, specialmente presso le imprese meno strutturate.
In generale, aumenta il livello dei ricavi, mentre resta costante rispetto al periodo precedente l’indicatore relativo all’occupazione nel terziario. Dopo l’impennata di dicembre, ultimo mese prima della riduzione del “bonus” di decontribuzione, la situazione risulta stagnante ed è destinata a rimanere tale anche in vista del secondo trimestre dell’anno.
Il costante trend di miglioramento dell’indicatore congiunturale relativo ai prezzi praticati dai fornitori alle imprese del terziario (i prezzi continuano a diminuire) sembrerebbe anticipare l’avvento di un nuovo periodo di deflazione, come confermato, per altro, dai recenti dati ISTAT a questo riguardo.
Resta invariata la percentuale di imprese che si recano in banca per chiedere un finanziamento, un fido o la sua rinegoziazione, o quella di un finanziamento esistente (22%), mentre cresce leggermente la quota di quelle che lo ricevono.
Nell’ambito delle imprese che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere credito si è rilevato che: il 38,7%, contro il 38% del trimestre precedente (area di stabilità e/o di allentamento), lo ha ottenuto con un ammontare pari o superiore rispetto alla richiesta; il 29,7 % lo ha ottenuto, ma con un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto; il 19,7 % ha visto rifiutata la propria domanda; il 5% è in attesa di conoscerne l’esito e non è intenzionato a ripresentarla nel prossimo trimestre, mentre il 6,9% è anch’esso in attesa di conoscerne l’esito ma ha dichiarato di essere intenzionato a formalizzare istanza nel prossimo trimestre.
Nel quarto trimestre del 2015 la cosiddetta “area di irrigidimento”, rappresentata dalla somma della percentuale delle imprese che si sono viste accordare un credito inferiore rispetto a quello richiesto con la percentuale di aziende che non se lo sono viste accordare affatto, risulta aver colpito il 49,4% delle imprese, contro il 49,8% del precedente trimestre.
Esiste, tuttavia, una rilevante percentuale di imprese (24,5%) che, pur avendo bisogno di credito, evita di chiederlo a causa della scarsa fiducia nella situazione economica (17%), per il timore di vedere respinta la propria richiesta (7,1%), o perché preferisce rivolgersi ad altre forme di finanziamento (0,4%). Considerando questo segmento di imprese, la domanda “potenziale” complessiva di credito bancario si attesterebbe al 46,5%. Pertanto, la domanda “espressa” (22%) rappresenta soltanto il 47,3% dell’intera domanda; dato in crescita rispetto al trimestre precedente, quando era il 46,6%.
Nel primo trimestre 2016 il 74% delle imprese ha chiesto un nuovo finanziamento o la rinegoziazione di uno esistente per disporre di una maggiore liquidità: solo il 13% per investire nella propria impresa e il 13% per ristrutturare il proprio debito.
Gli associati possono richiedere la ricerca a federpreziosi@confcommercio.it