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IL NATALE HA DELUSO ANCHE I GIOIELLIERI – FINO A CHE PUNTO? PERCHÉ? – L’ANALISI DI FEDERPREZIOSI CONFCOMMERCIO A VICENZAORO JANUARY 2024

Roma, 11 Gennaio 2024 – A novembre si registra un aumento congiunturale delle vendite al dettaglio in valore e in volume, aumento determinato soprattutto dall’andamento dei beni non alimentari. Lo rileva l‘Istat spiegando che, a livello tendenziale, prosegue la diminuzione dei volumi, seppur in modo più contenuto rispetto ai mesi precedenti. Con riferimento ai beni non alimentari si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i prodotti di profumeria, cura della persona (+5,0%), mentre registrano il calo più consistente elettrodomestici, radio, tv e registratori (-4,1%). Le vendite di gioielli e orologi rispetto al mese di ottobre calano dello 0,5% in valore.
Per il Presidente Stefano Andreis, “il calo delle vendite in valore è sicuramente superiore nel mese di novembre, anche se da sempre si tratta di un mese tradizionalmente attendista”. “Ci ha invece deluso – qui utilizzo il plurale – l’andamento delle vendite nel mese di dicembre sia con riferimento ai  valori sia ai volumi, al di sotto delle aspettative. Questa la situazione che mi risulta, avendo sentito molti colleghi all’inizio del mese per i consueti auguri per l’anno nuovo.  Indagare le ragioni è fondamentale per ‘aggiustare il tiro’ per i prossimi mesi. Approfitteremo dell’ormai imminente fiera di Vicenzaoro per un confronto ancora più allargato con i colleghi per comprendere l’attuale situazione di mercato. Ci sarà d’aiuto sicuramente l’osservatorio Federpreziosi, che nelle prossime settimane ci darà ragguagli sull’andamento dell’intero anno”. “Inoltre ne approfitto per sottolineare, anche in questa sede, che le nostre imprese sono impossibilitate a fare investimenti concreti in comunicazione o in azioni pubblicitarie individuali o collettive, complice il costo del denaro ancora a livelli troppo alti a causa di un sistema bancario che rapidamente alza i tassi ma stenta a riportarli in basso quando questi calano”. Per l’Ufficio Studi di Confcommercio “La repentina riduzione dell’inflazione, associata a un mercato del lavoro ancora solido, e il conseguente miglioramento della fiducia, sembrano aver spinto le famiglie verso atteggiamenti di spesa meno cauti che in passato. La nostra valutazione prospettica sui consumi resta moderatamente favorevole. Il test sui saldi invernali, di grande importanza per la costituzione di un buon trascinamento per il 2024, anno comunque denso di difficoltà, dirà se queste tendenze si possono considerare durature”. “In particolare, dal confronto tra i primi undici mesi del 2023 con l’analogo periodo del 2019, emerge che i volumi delle vendite al dettaglio sono ancora inferiori del 3,6%, con gli alimentari sotto del 5,5%. Quest’evoluzione – conclude l’Ufficio Studi – ha fortemente penalizzato soprattutto i negozi di prossimità: le imprese di minori dimensioni, che crollano sui volumi, stentano addirittura a recuperare l’inflazione, gettando qualche ombra sulla possibilità di contrastare il rischio di desertificazione commerciale in tante aree del Paese”.

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