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OROLOGI: RADDOPPIANO LE VENDITE ON LINE MA LA GIOIELLERIA RESTA IL CANALE PRIVILEGIATO

Aprile 2013 – ASSOROLOGI, dopo aver rinnovato i propri organi direttivi, confermando alla presidenza, Mario Peserico,  ha presentato, venerdì 12  i dati di vendita degli orologi da polso sul mercato italiano nel 2012 .

«Non sono momenti facili ed è ovvio che il clima di sfiducia e di attesa che contagia il consumatore non può non riflettersi anche sul nostro mercato”, dichiara  Mario Peserico, presentando le tradizionali rilevazioni annuali del settore. “Così come fatto lo scorso anno”,, “mi sembra però giusto evidenziare che l’orologeria tutto sommato tiene molto meglio di altri comparti e riesce a difendere immagine, competitività ed attrattività. Il settore si augura che le travagliate vicende politico istituzionali possano risolversi rapidamente e consentire l’adozione di misure mirate all’incentivazione ed alla crescita dei consumi, a partire dalle politiche fiscali».

Nel corso del 2012 in Italia sono stati venduti poco meno di 7 milioni di orologi da polso, per un valore di 1,14 miliardi di euro: è questo il dato principale che emerge dall’ottava indagine annuale sugli acquisti di orologi da polso in Italia effettuata da GfK Retail & Technology per conto di ASSOROLOGI.

I dati confermano la fase critica – già evidenziata lo scorso anno – con un calo sul 2011 sia in termini di valore (-3,6%) che di quantità (-2,8%), il che significa che per la prima volta negli otto anni di rilevazione si scende, sia pure di pochissimo, sotto la soglia dei 7 milioni di pezzi.

Sostanzialmente stabile il  prezzo medio, che passa da 164 a 163 euro.

Per il 47% si tratta di orologi da donna (43,1% della spesa a valore), mentre  gli orologi da uomo sono il 40,2% (52,3% della spesa a valore) e quelli da bambino solo il 12,8%. Si tratta prevalentemente di orologi con movimento al quarzo (78,2%)  con cassa in acciaio (67,8%). Ottima la performance degli orologi con cassa in materiale plastico, che sfiora il 25% dei pezzi.

Per il 78,2% dei casi è privilegiata la funzione “solo tempo”, mentre nel 20,1% dei casi (25% a valore) si ha anche funzione cronografo.

Il cinturino in genere è in metallo (42,2% a quantità, 55% a valore) o in plastica/resina (34,1% a quantità).

Per quanto riguarda i canali di acquisto, gioiellerie ed orologerie (tradizionali o ubicate all’interno di un centro commerciale) attraggono ancora maggiormente le scelte del consumatore italiano, ma perdono terreno in misura evidente rispetto al passato (60% a quantità, 65% a valore). In crescita i valori trattati dalla grande distribuzione (3,1% a quantità, 2,1% a valore), mentre calano molto i negozi mono-marca (8% a quantità, 3,7% a valore).

Raddoppia in un anno il canale Internet (aste ed e-commerce) che vale il 9% a volume e il 8,3% a valore. Si mantiene significativa la quota detenuta da bancarelle e dalle vendite in strada (6,9% a quantità, ma 3,4% a valore).

Nel 52% dei casi il prodotto è acquistato come regalo, mentre nel rimanente 48% si tratta di un auto-acquisto. Al di fuori del nucleo familiare, i destinatari del regalo sono principalmente parenti (54,1%) e conoscenti/amici (33%) compresi prevalentemente in una fascia di età fra i 31 i 40 anni.

Solo il 59% degli acquirenti compra “l’orologio che aveva in mente”. I motivi dell’acquisto diverso rispetto alle prime intenzioni sono principalmente legati al prezzo (42%).

La decisione di acquisto è sempre più legata al design (45,7%) e al prezzo (37,8%), ma si conferma di grandissima importanza anche la Brand awareness (fiducia e conoscenza della marca) che cresce fino al 31,2%.

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