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n. 113/2022 |APPUNTI DEL GIORNO|

Quotazioni dell’oro in aumento in avvio di settimana: il lingotto con consegna immediata guadagna lo 0,2% sui mercati asiatici e passa di mano a 1.843 dollari l’oncia. Attualmente il metallo giallo perde lievemente ed è quotato a 1842,03 dollari l’oncia pari a 56,22 euro al g.

Si lavora ancora “in maschera” – Nei luoghi di lavoro mascherine obbligatorie almeno fino al 30 giugno. Il venire meno (salvo in casi particolari quali mezzi di trasporto ad eccezione di aerei) dell’obbligo di mascherina ha indotto molti a chiedersi se potesse considerarsi superato anche quello – previsto dal più recente testo del Protocollo anti Covid negli ambienti di lavoro condiviso tra parti sociali e Governo del 6 aprile 2021 – di indossarla negli ambienti di lavoro in compresenza, salvo il caso di attività svolte in condizioni di isolamento. Lo scorso 4 maggio, come ricorderete, si tenne la riunione tra rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Ministero della Salute, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’INAIL e di tutte le parti sociali per valutare le misure di prevenzione previste dal suddetto Protocollo. Dal tavolo emerse la conferma unanime di ritenere operante il Protocollo nella sua interezza e di impegnarsi a garantirne l’applicazione, proseguendo dunque nella direzione dell’importante funzione di prevenzione e fissando un nuovo incontro entro il prossimo 30 giugno per verificare l’opportunità di apportare eventuali aggiornamenti in base all’evolversi della situazione epidemiologica. I protocolli condivisi anti-Covid sono, pertanto, ancora in vigore e il mancato rispetto delle misure previste è considerato violazione dell’obbligo di sicurezza contenuto nell’articolo 2087 del Codice civile, con tutto ciò che ne consegue in termini di responsabilità, anche (ma non solo) risarcitoria del datore di lavoro. Non si dimentichi, al riguardo, che l’infezione contratta sul luogo di lavoro è considerata infortunio.

Un’altra “dritta” dalle nostre “Bussole” – Orientarsi nella gestione delle proprie attività non è semplice in tempi di rapidi e repentini cambiamenti. In soccorso, arrivano i “nostri” di Confcommercio con “Le Bussole”. Stamane è la volta del “Category Management” per pianificare e gestire le attività di marketing nel punto vendita. Partiamo da queste considerazioni: l’identità, il posizionamento competitivo (e più in generale) il valore e il successo di un negozio, sono fortemente determinati dall’assortimento (voi siete quello che vendete) e, soprattutto, da come questo viene gestito, spiegato, raccontato, esposto, comunicato (come lo vendete). Karin Zaghi, Associate Professor of Practice of Channel and Retail della SDA Bocconi School of Management, che molti di voi già conoscono, se non altro per aver partecipato a un suo webinar lo scorso anno, ci illustra le fasi del processo di Category Management e, in particolare, il momento strategico, perché la scelta e la selezione dell’assortimento non possono essere lasciate al caso o alla “sensazione” del negoziante, anche di quello più ispirato.

Oro per veri gourmet – Lo sapete tutti, vero, che sia l’oro che l’argento sono commestibili? E che sono prettamente utilizzati come additivo alimentare identificati come E175 ed E174? Certo non lo avete mai letto, seppure scritto con un carattere minuscolo, tra gli ingredienti di un prodotto sullo scaffale del supermercato, ma il loro uso in cucina non è solo decorativo e sono utilizzati in forma edibile puri e non in lega. Il loro utilizzo, questo in pochi lo sanno, risale all’antico Egitto e attraversano i millenni, passando per il Giappone imperiale e l’antica Roma, divenendo un vero e proprio costume e “termometro sociale” tra le corti signorili di Medioevo e Rinascimento. Epoche in cui, chi ne aveva possibilità, non disdegnava l’esaltazione dell’opulenza e dello sfarzo nella propria tavola, guarnendo piatti stravaganti davanti a illustri ospiti. Ben presto si decise però di porre un freno a questa ostentazione di ricchezza e opulenza, tanto che alla metà del 1500 vari Consigli Cittadini, tra cui quello di Venezia, decisero di imporre un limite. Spiega infatti lo studioso di storia dell’alimentazione Massimo Montanari nei suoi “I racconti della tavola”, che un bando veneziano dell’ottobre 1562 nei banchetti allestiti in occasione di eventi e feste autorizzava l’utilizzo di vivande “solite, ordinarie, consuete, comuni e semplici”. Un provvedimento che non riguardava però i veri signori, esenti da vincoli, ma i cittadini “comuni” che avrebbero voluto ostentare eccessivi consumi. Una normativa, insomma, volta a preservare le gerarchie, l’equilibrio e la stabilità sociale. Dal Rinascimento in poi sono poche le testimonianze che parlano dell’uso di lamine o polvere d’oro in cucina e per questo il salto che ci porta direttamente al 1981 è decisamente significativo. La data non è scelta a caso: siamo nell’anno in cui Gualtiero Marchesi propone il suo risotto oro e zafferano, la variante del risotto alla milanese del celebre chef. Un piatto che suscitò grande interesse a livello internazionale, tanto da far tornare l’oro in pianta stabile (o quasi) nelle cucine più esclusive del mondo. È il caso del newyorkese Frozen Haute Chocolate, dolce con 28 tipologie di cacao decorato da 5 grammi di oro e da una crema sempre di oro alimentare. Nel 2006 la ditta inglese F. Duerr & Son per le celebrazioni del suo 1252 anniversario ha creato una marmellata di arance di Siviglia arricchite con un raro whisky e champagne del 1962 e da scaglie d’oro 24 carati commestibile. E ancora, il turco Salt Bae ha realizzato bistecche dorate. E voi avete qualche ricetta da condividere????

n. 113/2022 |APPUNTI DEL GIORNO| Lunedi 20 Giugno 2022 — S. Ettore

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