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n. 72/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

Prezzo dell’oro in calo questa mattina sui mercati: Il metallo giallo è scambiato a 1.982,245 dollari l’oncia pari a 57,91 euro al grammo.

Imprese in calo – Aperture stabili, chiusure in aumento e saldo lievemente negativo per le imprese italiane tra gennaio e marzo. Il primo trimestre ha evidenziato una sostanziale stabilità delle iscrizioni al Registro delle Imprese delle Camere di commercio (101.788 unità, in linea rispetto allo stesso periodo del 2022) e un sensibile incremento delle chiusure rispetto allo stesso periodo del biennio precedente (109.231 unità) che, tuttavia, restano tra i valori più contenuti degli ultimi dieci anni. Questo, in sintesi lo scenario che emerge dai dati Movimprese elaborati da Unioncamere – InfoCamere diffusi ieri sulla base del Registro delle Imprese delle Camere di commercio relative all’andamento del I trimestre del 2023, a conclusione del quale il tessuto imprenditoriale si è ridotto di -7.443 unità (pari a una variazione del -0,12% dello stock di imprese). Una flessione che resta tra le più contenute del recente passato e che (con l’unica eccezione del 2021, in piena pandemia) caratterizza tradizionalmente i trimestri di inizio d’anno a causa del concentrarsi delle cancellazioni sul finire dell’anno precedente e l’inizio del nuovo. Pur in un contesto di sostanziale stabilità, se alcuni settori vedono aumentare in modo apprezzabile la propria base imprenditoriale, ad arretrare maggiormente sono i settori del commercio (-8.806 imprese, -0,61%) e dell’agricoltura (-6.167 unità, -0,85%). L’analisi a livello territoriale mostra saldi negativi in tutte e quattro le grandi ripartizioni, ciascuna in arretramento rispetto a un anno fa. Tra le regioni, Lazio, Sardegna e Trentino-Alto Adige sono quelle che fanno registrare un saldo positivo – per quanto contenuto – rispettivamente con 1.157, 253 e 85 imprese in più. Delle altre, Piemonte e Sicilia sono quelle che hanno chiuso il primo trimestre 2023 con il risultato peggiore in termini assoluti, rispettivamente con 1.638 e 907 imprese in meno. In un quadro macroeconomico complesso, caratterizzato da elevata incertezza, soprattutto a causa del perdurare del conflitto russo-ucraino, e da un’inflazione ancora elevata, con la conseguente dinamica al rialzo dei tassi di interesse, Roma e il Lazio mostrano dei dati economici incoraggianti. La Capitale vanta, nel primo trimestre 2023, il miglior saldo imprenditoriale nazionale (+1.412 imprese, 8.394 iscrizioni a fronte di 6.982 cessazioni) e il miglior tasso di crescita di +0,31% a fronte di un andamento nazionale, nello stesso periodo, addirittura negativo pari a -0,12%. Dati che aiutano il Lazio a essere la prima regione italiana sia per tasso di crescita delle imprese (+0,19%), sia per saldo attivo: +1.157 (10.864 le iscrizioni a fronte di 9.707 cessazioni).

Fiducia consumatori/imprese in aumento – Ad aprile si stima un aumento sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 105,1 a 105,5), sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 110,1 a 110,5). Lo rileva l’Istat, sottolineando che per le imprese aumenta per il secondo mese consecutivo tornando sul livello di luglio 2022: il valore più elevato negli ultimi 10 mesi. Il clima di fiducia dei consumatori cresce, invece, per il terzo mese consecutivo e raggiunge il valore massimo da marzo 2022. “I dati sulla crescita della fiducia in aprile non suscitano grandi entusiasmi poiché restituiscono la fotografia di un Paese che, seppure in salute, mostra incertezze e dubbi sulla concreta possibilità di una solida crescita a breve termine. Cresce la fiducia del settore turistico, ma crolla quella delle imprese tradizionali del commercio, mentre migliora il sentiment nei servizi alle imprese e langue nel manifatturiero. Le famiglie confermano la tendenza al miglioramento in ragione di una confortante tenuta del mercato del lavoro e della riduzione della crescita dei prezzi al consumo. Sarà proprio la velocità di compressione dell’inflazione a indirizzare il sistema economico, nei prossimi mesi, verso una nuova fase di ripresa o, al contrario, spingerlo dentro una pericolosa stagnazione”: questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio.
Una corsa che ha dato una spinta del 21% al mercato del lusso nel 2022, cresciuto a poco meno di 1.400 miliardi di euro. Una buona parte del propellente (+22%) è venuta dai cosiddetti beni personali, saliti a quota 353 miliardi. È la prima stima di Altagamma-Bain & Co. che confermeranno le stime a giugno. Turbolenze geopolitiche e timori per la crescita non sembrano aver toccato il sistema di questa industria. E i valori in Borsa hanno risposto all’effervescenza dei fatturati.

Compro oro irregolari: ecco come segnalarli – Il Decreto Legislativo 25 maggio 2017 n.92 detta – come è noto – la disciplina specifica per i soggetti esercenti di “compro oro”, definendo gli obblighi cui gli operatori devono attenersi per esercitare la loro attività. Ratio della regolamentazione: arginare il fenomeno del sommerso e delle attività criminali. Tra le novità più importanti l’introduzione dal 3 settembre 2018 del Registro degli operatori compro oro, cui è obbligatorio iscriversi per esercitare l’attività. Tale Registro è tenuto e gestito dall’OAM (Organismo degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi). A tal proposito è accaduto di ricevere segnalazione di “operatori” che a seguito di verifica sul portale OAM sono risultati essere privi dell’iscrizione al registro e quindi del requisito principale per poter compiere operazioni di compravendita e permuta di oggetti preziosi usati. Le attività abusive possono essere oggetto di segnalazione o di un esposto all’OAM utilizzando:
• il servizio web dedicato, presente sul portale OAM;
• l’apposita casella di posta elettronica: esposti@pec.organismo-am.it;
• l’indirizzo OAM – Organismo Agenti e Mediatori Via Galilei, 3 – 00185 Roma;

n. 72/2023 |APPUNTI DEL GIORNO| Venerdì 28 Aprile 2023 – S. Valeria

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