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” PRESSIONE FISCALE REALE AL 54%, AL TOP TRA LE ECONOMIE AVANZATE”

recupero dell’ evasione per recuperare in pieno lo Stato sociale

La presentazione di una ricerca sulle determinanti dell’economia sommersa ha aperto la tavola rotonda  “TASSE … LE CAMBIAMO? Come ridurre la pressione fiscale e far emergere l’economia sommersa”, organizzato da Confcommercio lo scorso 25 luglio presso la sede di piazza Belli;  E’ stato  Mariano Bella, responsabile dell’Ufficio studi  della Confederazione a illustrare i dati dal quale è emerso che la pressione fiscale reale raggiunge, in Italia il 54%, ponendosi al top tra le economie avanzate. Un record non invidiabile che potrebbe essere di gran lunga ridotto se il sommerso, che da solo rappresenta una percentuale rilevante del nostro pil fosse debellato.

Ricordando quanto citava Jean-Baptiste Colbert, ministro di Luigi XIV: “L’arte della tassazione consiste nello spennare l’oca al fine di ottenerne la quantità massima di piume con il minimo di starnazzo possibile”,  di fronte al dato che conferma la crescita della pressione fiscale di quasi tre punti percentuali tra il 2002 e il 2013, il moderatore dell’incontro, Nicola Saldutti, responsabile delle pagine economiche del Corriere della Sera ha voluto stimolare l’intervento del  Presidente Confederale Carlo Sangalli , che ha evidenziato come ciò rappresenta ” il primo incentivo all’evasione” e di come sia necessario “evitare di cadere nella spirale perversa del solo rigore senza crescita”, evidenziando come la confederazione ” E’ da sempre in prima linea sui temi della riforma del fisco e della riduzione della pressione fiscale.

Pagare tutti per pagare meno, ma anche avere il riscontro concreto che la tassazione vada ad alimentare la crescita dell’economia dei servizi e del Paese intero. Facile a dirsi o piuttosto un imperativo da rispettare nei prossimi mesi?

La stagione difficilissima, che tutti speravamo si esaurisse nell’anno in corso – ha proseguito  Sangalli – purtroppo prosegue. Nel primo semestre di quest’anno hanno chiuso i battenti più di 240mila imprese, di cui oltre la metà appartenenti ai servizi di mercato. Questo ci porta, purtroppo, a stimare per i servizi un saldo negativo a fine anno di oltre 80mila imprese, peggio dello scorso anno. Per i consumi, che sono tornati ai livelli del 2000, prevediamo per quest’anno un’ulteriore contrazione intorno al 3%; si fa ancora più profondo il divario tra Nord e Sud; si sta depauperando irreversibilmente il tessuto produttivo del nostro Paese” .

Un messaggio quello di Sangalli, raccolto da Stefano Fassina viceministro del dicastero dell’Economia il quale ha confermato come gli sforzi del  Governo vadano nella direzione di un rilancio dell’economia reale. Un programma di lavoro incalzante che deve consentire al Paese di uscire da una stagnazione perdurante. La lotta all’evasione, al centro dell’incontro del Primo Ministro, Letta con l’agenzia delle Entrate (il giorno precedente ndr) dimostra l’interesse del Governo a scongiurare un fenomeno che oramai ha assunto contorni non più sostenibili per l’economia del nostro paese. Pur convinto , che un’evasione di sopravvivenza presente nel paese sia tollerabile è necessario affinare le metodologie di verifica e analisi delle varie economie sommerse affinché emergano a favore dello sviluppo del sistema paese.

Un rilancio che passa anche attraverso la stabilizzazione delI’Iva al 21% il cui aumento, ha voluto sottolineare Fassina, previsto al 1° ottobre,  stiamo cercando di scongiurare.

Sulla lotta all’evasione è arrivata puntuale la disamina del direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, “Solo nel 2012, l’Agenzia delle Entrate ha incassato 12,5 mld dalla lotta all’evasione. Dalla lotta all’evasione fiscale, ogni anno recuperiamo dai 2 ai 3 mld in più rispetto a quanto previsto nel bilancio preventivo. Quest’anno siamo a metà anno perfettamente in linea come l’anno scorso e a fine anno dovremmo essere sui 12-13 mld”.

Cancellare l’aumento dell’Iva è una prioritàè quanto espresso dal presidente del Copaff la Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale, attuata presso il MEF, Luca Antonini,  quasi a voler rafforzare quanto espresso da Sangalli.  “In Italia, ha proseguito Antonini il federalismo fiscale non ha funzionato.  All’aumento delle spese locali non ha corrisposto una diminuzione delle spese centrali”.

Secondo il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, “è necessario abbassare la pressione fiscale e recuperare i 130 miliardi di imposte evase che sono una vera e propria estorsione ai danni di chi paga le tasse“.  Sull’evasione – ha concluso – bisogna essere rigorosi

Rodolfo Bartucca

 

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