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n. 170/2022 |APPUNTI DEL GIORNO|

Quotazioni dell’oro ancora in leggero calo in avvio di giornata sui mercati. Il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.651,69 dollari l’oncia pari a 53,93 euro al g.

L’inflazione secondo Istat e Confcommercio – L’Istat conferma le stime preliminari dell’inflazione del mese di settembre. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua (da +8,4% del mese precedente). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +7,1% per l’indice generale e a +3,6% per la componente di fondo. L’Istat ritocca al ribasso le stime preliminari dei prezzi sui beni che compongono il carrello della spesa, limando il dato a +10,9% (nella stima preliminare era 11,1%). Bisogna risalire ad agosto 1983 (quando fu pari a +11,0%), sottolinea l’Istituto Nazionale di Statistica, per trovare una crescita dei prezzi del “carrello della spesa”, su base annua, superiore a quella di settembre 2022 (+10,9%). Non sono, infatti, i Beni energetici a spiegare (se non per le conseguenze che la loro crescita così ampia ha innescato) la nuova accelerazione dell’inflazione, ma soprattutto i Beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) seguiti dai Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, in un quadro di crescenti e diffuse tensioni inflazionistiche. La crescita dei prezzi al consumo accelera per tutti i gruppi di famiglie, ma il differenziale inflazionistico tra le famiglie meno abbienti e quelle con maggiore capacità di spesa continua ad ampliarsi. Confcommercio, nella sua “Congiuntura” di questo mese, stima che l’inflazione potrebbe raggiungere il 10% ad ottobre e Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, ritiene che siano più concreti “i rischi di recessione per molti Paesi, soprattutto quelli più esposti dal punto di vista energetico che potrebbero risentire di eventuali razionamenti conseguenti al calo delle forniture”.

Orologi “vissuti” che passione – Il mercato degli orologi di seconda mano, il cd “secondo polso”, è in forte espansione grazie all’interesse per questi prodotti manifestato dai Millennial e dalla Gen Z e potrebbe pesare 35 miliardi di franchi svizzeri (36 miliardi di euro) entro il 2030, secondo uno studio pubblicato da Deloitte. Nella cosiddetta generazione dei Millennial (i nati tra il 1980 e la fine degli anni ’90), il 48% degli appassionati di orologi afferma che con molta probabilità acquisterà un modello di seconda mano nei prossimi dodici mesi. Nella Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012) la quota è del 37%, contro il 12% della generazione del baby boom, secondo lo studio della stessa società di revisione e consulenza, che ha condotto un sondaggio online su 5.579 persone in Svizzera e in 10 Paesi tra i maggiori in cui viene esportata l’orologeria elvetica.

Un diamante al giorno…. – Un omaggio all’incanto della natura, ma anche a chi da essa ha saputo trarre il meglio con la perizia del lavoro: questo intendiamo proporvi stamane e nei prossimi giorni, i cui protagonisti assoluti sono i diamanti più famosi di tutti i tempi. Passeremo in rassegna, quindi, alcune autentiche “opere d’arte”, gemme da sogno per le quali gioiellieri e tagliatori hanno svolto un ruolo importante apportandovi un tocco di “magica” maestria che ne ha esaltato le pur altissime qualità naturali. Come è facilmente intuibile, quando si tratta di oggetti eccezionali, spesso la storia reale si fonde con la leggenda e la fantasia, aprendo l’orizzonte su personaggi comunque straordinari, siano essi sovrani o avventurieri. Iniziamo a raccontarvi di Regent, pietra da 140.50 carati che in origine ne pesava 410, la cui storia è indissolubilmente legata alla Francia. Dotata di trasparenza unica e di un delicato colore blu, fu rinvenuta nel 1701 a Golconda e portata in Europa dal Governatore inglese di Madras, Thomas Pitt, che dovette affrontare rocambolesche avventure durante il viaggio di ritorno in patria, tanto da dover giustificare l’acquisto per lettera al Re. Due anni occorsero all’abilissimo tagliatore Joseph Cope per rifinire la gemma, peraltro con risultati eccezionali. Pitt, ossessionato dall’idea di un eventuale furto, non dormì mai due notti di seguito sotto il medesimo tetto, finché logorato dalle preoccupazioni non decise di rinunciare al suo Regent, vendendolo a Luigi XV di Francia che lo elesse a simbolo della grandeur nazionale. Prediletta anche da Napoleone e dai suoi discendenti, la gemma ebbe per i Transalpini un valore “affettivo” tale che fu addirittura esclusa dalla vendita dei gioielli della corona nel 1887, anche se la sua stima era di due terzi l’ammontare dell’intera collezione. Scomparso da un museo e fortunosamente ritrovato in una soffitta di Parigi, il Regent è oggi esposto al Louvre.

Gioielli toscani in costante crescita – L’urto dei rincari e della guerra frena l’economia toscana che però regge e fa meglio della media nazionale. Nell’export volano gioielli (+37,2% nel I semestre 2022 sullo stesso periodo 2021 e +33,6% rispetto al I semestre 2019).

n. 170/2022 |APPUNTI DEL GIORNO| Martedì 18 Ottobre 2022 — S. Luca

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