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n. 176/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

Prezzo dell’oro sostanzialmente stabile: il metallo prezioso passa di mano a 1.966,421 dollari l’oncia pari a 58,28 euro al grammo.

L’inflazione batte in ritirata – Lo rileva l’Istat. “Il dato definitivo della deflazione di ottobre (-0,2% su settembre) costituisce una confortante indicazione sul buon funzionamento del sistema produzione-ingrosso- distribuzione.
Non solo in undici mesi l’inflazione è scomparsa, almeno temporaneamente, ma la riduzione congiunturale dei prezzi appare diffusa e, quindi, potenzialmente solida. Il crollo del tasso tendenziale è principalmente dovuto ai beni energetici. Le buone notizie vanno confermate nei prossimi mesi. La lotta contro l’aumento generalizzato dei prezzi non può dirsi conclusa e le tensioni geopolitiche possono generare impulsi esogeni ad oggi non quantificabili”. Questo il commento di Confcommercio.

Un po’ su e un po’ giù – La Commissione Europea ha limato al ribasso la previsione di crescita economica dell’Italia di quest’anno allo 0,7%, mentre ha ritoccato marginalmente al rialzo la stima di crescita sul 2024 al più 0,9%. Per il 2025, in base alle cifre indicate nelle previsioni economiche autunnali, l’esecutivo comunitario si attende una crescita del Pil italiano dell`1,2%. Nelle precedenti stime, tre mesi fa, Bruxelles prevedeva una crescita dello 0,9% quest’anno in Italia e un più 0,8% sul 2024. Nel piano di bilancio per il prossimo anno, il governo italiano prevede una crescita 2023 allo 0,8%, un +1,2% sul 2024 e +1,4% sul 2025.

Il lusso al di là del possesso materiale“I Millennial e le nuove generazioni trainano i consumi del lusso”. E soprattutto “preferiscono le esperienze rispetto ai prodotti: un cambio di prospettiva di cui tenere conto”.
Prendendo spunto da queste considerazioni fatte nel corso della recente presentazione dell’osservatorio di Altagamma, da cui è emerso il trend positivo per la gioielleria (+5,5%) che si conferma un bene rifugio e cresce il fashion jewelry, ci siamo chiesti cosa è effettivamente ovvero come si rappresenta il lusso. In un mondo che è sempre più dominato da stimoli visivi in cui i sistemi di valori hanno la necessità di essere alimentati di nuovi significati per non perdere rilevanza, il lusso tende a confondersi con la moda. È giusto e ha senso oggi definire rigidamente il concetto di lusso? Secondo chi scrive no. Qualche anno addietro nel prendere parte ad una tavola rotonda in cui si dibatteva proprio sulla chiave di lettura profonda del lusso, emerse, in estrema sintesi, che altro non è che l’esperienza che nasce con la concezione di idee nuove, si materializza con la realizzazione di prodotti al di fuori e al di sopra del comune, si trasmette con tecniche di vendita ma anche con il contatto umano. È l’esperienza che in fondo accomuna il gioielliere e il proprio cliente. Il lusso è il frutto della “esperienza” – o empatia che dir si voglia – che si costruisce col tempo e dura nel tempo; nasce da chi pazientemente ricerca materiali e oggetti preziosi creati dalle mani, siano esse di artigiani o di altre figure del nostro variegato settore – anche in luoghi straordinari – da chi sperimenta e mette a punto tecniche raffinate e grande manualità nella realizzazione dei prodotti, da chi persegue l’eccellenza nella creatività come nel tocco personale assicurando non solo un servizio impeccabile ai clienti nel proprio punto vendita ma facendo vivere una grande esperienza affine a quella cultura di prodotto presente in ogni monile. Anche quanto scritto rientra nel lusso.

Nuovi valori culturali e identitari – Gli italiani continuano a preferire prodotti di alta qualità, ma il prezzo resta un elemento critico. Il 92% considera la qualità e l’89% il costo come i principali fattori di acquisto. La sostenibilità, focalizzata su aspetti ambientali e sociali è rilevante per l’80% degli intervistati, con particolare attenzione da parte delle donne e delle persone tra i 55 e i 64 anni. La presenza di figli accentua l’interesse. Approfondendo i dati, il 28% si dichiara molto attento alla sostenibilità, il 52% “abbastanza attento”, associando il tema soprattutto al riciclo e alla raccolta differenziata. L’impegno dell’azienda diventa un aspetto di valutazione anche nella scelta di un’opportunità di lavoro per una quota che tra molto (17%) e abbastanza (49%), arriva al 66%. I giovani si informano e scelgono i marchi sostenibili, il 57% degli italiani è disposto a optare per prodotti sostenibili senza impatto sul portafogli. Il 60% non conosce l’acronimo ESG (Environmental, Social and Governance). E le imprese?
Emerge che la soddisfazione dei dipendenti è prioritaria: condizioni di lavoro, sicurezza, welfare, rapporto con le scuole e competenze sono fra i temi più rilevanti. Due grandi sfide sono il passaggio generazionale e la governance della sostenibilità. C’è la consapevolezza da parte delle imprese di dover agire su questi fattori. Ma solo il 25% delle Pmi ha una figura dedicata alla sostenibilità. (Dati tratti dalla ricerca di Havas presentata al convegno “Industria 5.0: il futuro è qui. Consapevolezza e sviluppo sostenibile”. Un focus sullo stato dell’arte della sostenibilità per imprese e consumatori, pubblicati stamane su Il Sole 24 Ore)

n. 176/2023 |APPUNTI DEL GIORNO| Giovedì 16 Novembre 2023 – S. Margherita di Savoia

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