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n. 24/2024 |APPUNTI DEL GIORNO|

Il dettaglio in sofferenza e i gioiellieri non fanno eccezione – La notizia del giorno: è sempre più difficile e faticoso vivere di commercio al dettaglio. Nei centri storici cresce il numero dei negozi che abbassano le serrande lasciando spazio a Bed&Breakfast, bar, ristoranti. La modificazione e la riduzione dei livelli di servizio nei centri storici rende sempre più preoccupante il fenomeno della desertificazione commerciale delle nostre città. Basta un dato per comprendere la portata di questa involuzione: tra il 2012 e il 2023 in Italia sono spariti oltre 111mila negozi al dettaglio e 24mila attività di commercio ambulante mentre sono in crescita le attività di alloggio e ristorazione (+9.800). Lo rende noto Confcommercio con l’analisi dell’Ufficio Studi della Confederazione sulla demografia di impresa nelle città italiane. Nello stesso periodo, nel commercio, negli alberghi e nei pubblici esercizi si riducono le imprese italiane  (-8,4%) e aumentano quelle straniere (+30,1%). E metà della nuova occupazione straniera nell’intera economia (+242mila occupati) è proprio in questi settori (+120mila). La riduzione di attività commerciali è più accentuata nei centri storici rispetto alle periferie, sia per il Centro-Nord che per il Mezzogiorno. Cambia anche il tessuto commerciale all’interno dei centri storici con sempre meno attività tradizionali (carburanti -40,7%, libri e giocattoli -35,8%, mobili e ferramenta -33,9%, abbigliamento -25,5%) e sempre più servizi e tecnologia (farmacie +12,4%, computer e telefonia +11,8%), attività di alloggio (+42%) e ristorazione (+2,3%). Sono i principali risultati dell’analisi “Demografia d’impresa nelle città italiane”, realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne. Ma qual è lo stato di salute del settore orafo al dettaglio ovvero delle nostre gioiellerie? Oramai, stando ai dati dell’osservatorio Federpreziosi, attualmente abbiamo una numerosità che a stento raggiunge i 13.000 punti vendita, con un calo costante di circa 300/400 gioiellerie che ogni anno abbassano le saracinesche. Lontano dai numeri di appena due lustri or sono quando la numerosità si assestava attorno alle 18.000 unità.   

Amore fa sempre rima con cuore: i gioiellieri lo sanno – Tra cioccolatini a forma di cuore, baci, mazzi di fiori, un bel gioiello o un viaggio, il 14 febbraio resta, nel bene e nel male, la ricorrenza per antonomasia di quello che, oltre al “sole e l’altre stelle”, muove, e non poco, anche l’economia.  Lo hanno ben compreso le associazioni orafe della Campania e di Taranto che lanciano sul web e nelle vetrine delle gioiellerie messaggi chiari. Federpreziosi Campania esordisce con il claimL’amore e un dono prezioso”, che riprende l’immagine della campagna natalizia che ha incontrato ampi consensi tra i frequentatori della rete, mentre Federpreziosi Taranto lancia l’interrogativo “Che colore ha il tuo Amore?” promuovendo, peraltro, una linea di prodotto “dedicata” che celebra i tre colori dell’Amore: Rosso Rubino, come la passione, Verde Smeraldo, come l’amore puro, Blu Zaffiro come la forza dell’amore. Monili che recano  al centro le pietre tagliate a forma di cuore. Iniziative lodevoli che rendono merito a chi non resta fermo in attesa ma invita a entrare nel nostro poliedrico settore ponendosi la domanda: come facciamo ad essere più coinvolgenti e favorire un maggior interesse della clientela? E trovando la risposta: creando contenuti unici che attraggano un pubblico, forse disorientato in un oceano di proposte.  

Se l’oro è tanto apprezzato ci sarà un perché – Tra i fattori che caratterizzano l’andamento delle quotazioni dell’oro riteniamo che ve ne siano almeno tre: l’incertezza, la domanda delle banche centrali e i flussi finanziari. Ma a sostenere il prezzo dell’oro nel 2023 è stato soprattutto il secondo fattore: la robusta domanda delle Banche Centrali. L’oro svolge un ruolo significativo nelle riserve di queste ultime a livello globale. Dopo lo scoppio della crisi finanziaria del 2008 abbiamo assistito, in particolare, a un fondamentale cambio di regime con le Banche Centrali che hanno progressivamente rivalutato la funzione e la rilevanza dell’oro nella gestione degli asset di riserva. Tonnellate d’oro riempiono le casse delle banche centrali degli Stati. L’Italia ne conta 2.452: più delle riserve d’oro di Francia, Russia e Cina. L’Italia ha un patrimonio di 2.451,8 tonnellate di oro, il cui valore alla quotazione del 5 febbraio 2024 ammonterebbe a 148,22 miliardi di euro. La potenza economica di un Paese non è, comunque, direttamente collegata alla ricchezza delle sue riserve auree, tanto che l’Italia, pur essendo solo ottava in termini di Pil nella classifica globale, può vantare il terzo posto in termini di riserve auree. Potrebbe sembrare fuori dal tempo che in un mondo di denaro smaterializzato, senza neanche arrivare alle criptovalute, gli Stati si prodighino ad acquistare e accumulare oro. Che cos’ha di speciale rispetto alle valute più credibili come il dollaro, la sterlina, l’euro, lo yen o il franco svizzero? È la stessa Banca d’Italia a fornire alcune risposte sul perché l’oro resti ancora un valore importante. “Le riserve auree hanno lo scopo di accrescere la fiducia nella stabilità del sistema finanziario italiano e della moneta unica”, scrive Palazzo Koch, “questa funzione diventa ancora più importante quando le condizioni geopolitiche o la situazione economica internazionale potrebbero mettere i mercati finanziari a rischio, come nel caso di una crisi valutaria o finanziaria”. “Le riserve auree fanno parte delle riserve ufficiali in valuta estera dell’Italia e costituiscono una garanzia per la Banca d’Italia nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche… L’oro non comporta alcun rischio di solvibilità perché non è ‘emesso’ da un’autorità (come un governo o una banca centrale)”, aggiunge Bankitalia, “grazie alle caratteristiche e alle funzioni dell’oro, le banche centrali lo utilizzano per diversi scopi: lo comprano e lo vendono per motivi finanziari o per aggiustare il livello delle riserve; lo depositano per ottenere un reddito e lo usano come garanzia per ottenere prestiti”. 

n. 24/2024 |APPUNTI DEL GIORNO| Venerdì 9 Febbraio 2024 – S. Apollonia

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