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n. 28/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

Oro sostanzialmente stabile rispetto alla giornata di ieri. Attualmente quotazione spot a 1842,87 dollari l’oncia pari a 55,30 euro al g.

San Valentino in gioielleria: come è andata? Ditecelo voi – Analizzando i dati elaborati da Format Research per conto dell’Osservatorio Federpreziosi relativi all’anno 2022 emerge che:
− I gioielli in oro (31,0%) e in argento (22,4%) sono le tipologie più acquistate dai consumatori italiani.
− Le motivazioni principali di acquisto di un gioiello sono la consapevolezza del desiderio di un prezioso da parte della persona destinataria del regalo (53,8%) e dal piacere di indossare gioielli (42,9%).
− Il 91,8% dei consumatori italiani ha acquistato il gioiello in gioielleria (si intende nel negozio fisico di gioielleria) e l’8,2% online.
− La possibilità di «toccare» il gioiello e il valore aggiunto del gioielliere sono i motivi principali per i quali i consumatori hanno acquistato il prodotto in una gioielleria tradizionale.
– 15 consumatori su 100 che nel corso del 2022 hanno acquistato un gioiello lo hanno fatto in occasione di San Valentino.
Ma “come è andata” effettivamente a quest’anno a San Valentino nelle nostre gioiellerie? Aiutateci a scoprirlo compilando un breve questionario anonimo. GRAZIE! Clicca qui

Coralli e cammei ancora una volta in TV – Un viaggio nella lavorazione del corallo e del cammeo, che impegna circa 300 aziende con 2.500 addetti. “L’oro rosso ha un peso importante nel panorama artigianale campano, un artigianato di altissima qualità che rende Torre del Greco la capitale mondiale del corallo e del cammeo”, dice Vincenzo Aucella, Presidente di Assocoral, ospite nel programma Casa Italia, il quotidiano preserale Rai per chi vive e lavora all’estero condotto da Roberta Ammendola. “Ci sono leggi severe a garanzia dell’oro rosso, di tutta la filiera produttiva e, prima ancora, della raccolta e delle quantità giornaliere di prelievo ammesse” aggiunge Tommaso Mazza, alla guida del Comitato Promotore delle iniziative per inserire “la lavorazione artigianale del Corallo e del Cammeo di Torre del Greco” nella lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità. In collegamento anche Steven Tranquilli, Direttore di Federpreziosi. Guarda il video

Con la corona “riciclata” l’Inghilterra evita incidenti diplomatici – L’incoronazione di re Carlo è salva: Camilla ha evitato una trappola diplomatica rinunciando a indossare per l’occasione, il prossimo 6 maggio, il mitico Koh-i-Noor (la Montagna di Luce), il diamante da 105 carati venuto in possesso della regina Vittoria oltre 150 anni fa. Dall’India, che lo reclama, avevano fatto sapere che il gesto avrebbe risvegliato «dolorose memorie del passato coloniale» e «riportato indietro ai giorni dell’Impero britannico».
Il diamante fa la sua “apparizione” a Londra da generazioni per l’incoronazione delle regine consorti: era montato nel 1902 sulla corona di Alessandra, moglie di Edoardo VII, poi nel 1911 su quella di Maria, moglie di Giorgio V, infine nel 1937 sulla corona di Elisabetta (la regina madre), moglie di Giorgio VI. E la corona col Koh-i-Noor venne anche adagiata sul feretro della regina madre al suo funerale nel 2002. La leggenda vuole che il favoloso diamante possa essere indossato solo da una donna: agli uomini porterebbe sfortuna.
Camilla verrà invece incoronata regina consorte con una corona «riciclata»: userà quella della regina Maria, nonna di Elisabetta. Una scelta che è stata motivata da Buckingham Palace «nell’interesse della sostenibilità e dell’efficienza».
Il Koh-i-Noor è stato definito «il diamante più famigerato del mondo» ed è in qualche modo un simbolo dell’imperialismo britannico. Nella narrativa coloniale, era stato «donato» alla regina Vittoria: in realtà nel 1849 la Compagnia delle Indie orientali aveva costretto Duleep Singh, maharajah del Punjab appena undicenne, a cederlo dopo aver imprigionato sua madre. L’anno dopo il diamante venne portato a Londra e offerto alla regina Vittoria, che lo indossava come una spilla.
Ma l’origine del Koh-i-Noor si perde nella notte dei tempi. Ci sono riferimenti al gioiello che risalgono al 3200 avanti Cristo, anche se la prima testimonianza scritta è del 1628, quando un imperatore Mogul lo aveva fatto incastonare nel suo trono. Nel corso dei secoli il diamante è appartenuto a diverse dinastie, per lo più afghane, prima di tornare in India nel 1813: ma in tempi recenti è stata rivendicato dal Pakistan, dal Bangladesh, dall’Afghanistan e pure dai talebani, oltre che dall’India, che ne chiede la restituzione fin dall’indipendenza nel 1947. (Articolo tratto dal Corriere della Sera “Niente diamante, Camilla scongiura il caso diplomatico” del 16 febbraio 2023)

n. 28/2023 |APPUNTI DEL GIORNO| Giovedì 16 Febbraio 2023 – S. Giuliana

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