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n. 34/2024 |APPUNTI DEL GIORNO|

Oro in leggero calo stamane in apertura dei mercati. Quotazione spot 59,97 euro al grammo pari a 2019,37 dollari l’oncia.

Inflazione in Eurozona: Italia maglia rosa – Nel nostro Paese inflazione più bassa a gennaio. L’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,9% nel mese scorso, ha comunicato ieri Eurostat. Secondo i dati definitivi diffusi sempre ieri dall’Istat, l’inflazione morde di più al Centro, dove a gennaio risulta in crescita dell’un per cento su base annua, contro una media nazionale dello 0,8% (in aumento rispetto al +0,6% del mese precedente).

Vive la différence – Brillano come quelli naturali, hanno la stessa composizione chimica, la stessa lavorabilità… Solo che, invece di essere nati un miliardo di anni fa nelle viscere della terra, sono stati creati in laboratorio. Ma sono così identici che, come ha titolato il business magazine francese Challenges, “Il diamante sintetico mette in ombra il diamante naturale”. I due minerali hanno però una grande differenza: il prezzo. Quello artificiale costa meno della metà rispetto al naturale. Il carbonio cristallizzato dall’uomo non è un’invenzione recente, ma è solo negli ultimi anni che si è avuta un’accelerazione del processo produttivo commercialmente sostenibile.
Il fulcro della produzione, del taglio e della pulitura dei diamanti sintetici è in India, dove viene lavorato il 90%. Quello indiano, assieme a quello cinese, è anche un mercato in crescita per la domanda di solitari e simili, grazie all’aumento della richiesta da parte della classe media e dei ricchi. Il mercato globale vale circa 89 miliardi. La città di Surat, una metropoli da oltre tre milioni di abitanti nello Stato federato del Gujarat, è la capitale dei diamanti artificiali. Qui ci sono società, come Greenlab Diamonds, che in meno di otto settimane riescono produrre un diamante sintetico prêt-à-porter che è praticamente indistinguibile da un diamante naturale. Gas, calore e pressione sono gli ingredienti necessari per realizzarlo.
Le esportazioni di diamanti sintetici dell’India sono triplicate in valore tra il 2019 e il 2022. In volume, sono aumentate del 25% tra aprile e ottobre 2023, rispetto al 15% nello stesso periodo del 2022, secondo gli ultimi dati del settore riportati dall’Agenzia France Presse. E secondo l’analista di mercato, Paul Zimnisky, la loro quota di mercato è passata dal 3,5% nel 2018 al 18,5% del 2023, mentre quest’anno supererà probabilmente il 20%. (Tratto dall’articolo di Maicol Mercuriali  “L’India è la capitale dei diamanti sintetici” pubblicato su ItaliaOggi in edicola stamane)

Via libera alla revisione di 88 ISA – La Commissione di esperti, rappresentanti delle organizzazioni di categoria delle imprese – di cui anche Confcommercio fa parte -, degli ordini professionali, dell’Amministrazione finanziaria e di Sogei-Società Generale d’Informatica, nella seduta di ieri ha dato il via libera all’aggiornamento biennale di 88 Indicatori Sintetici di Affidabilità tra cui quelli relativi al Commercio al dettaglio oggetti preziosi, 47.77.00 e alla Riparazione di orologi e di gioielli,  95.25.00.
Gli interventi riguarderanno: modifica degli indicatori elementari di affidabilità definiti tramite “stime panel”, valore aggiunto per addetto, reddito per addetto, nonché modifica degli indicatori elementari di affidabilità e di anomalia definiti da soglie economiche di riferimento, ovvero, elaborazione di specifici interventi volti a adeguare lo strumento all’eventuale contrazione delle marginalità settoriali, oltre a quelle specifiche dei singoli contribuenti. Per completezza, si segnala, infine, che l’operatività delle revisioni è condizionata all’approvazione da parte del ministro dell’Economia e delle Finanze, che avverrà con Decreto, entro giovedì 29 febbraio.

Anglo American costretta a ristrutturare – Diamanti e platino non sono più preziosi come un tempo per la società mineraria Anglo American. Al contrario, sono diventati una palla al piede e il gigante minerario – sempre più in crisi – potrebbe essere tentato non solo di ridimensionare le attività in questi settori, come ha già iniziato a fare, ma forse addirittura di liberarsene.
Le speculazioni su una possibile vendita di De Beers in particolare circolano già da qualche tempo. E sono destinate a riaccendersi dopo che ieri Anglo American ha annunciato svalutazioni per 2,4 miliardi di dollari, di cui 1,6 miliardi relativi alla società diamantifera, e l’intenzione di sottoporre l’intero portafoglio di progetti e partecipazioni del gruppo ad un’approfondita «revisione», che durerà circa un anno.
Il CEO di Anglo, Duncan Wandblad,  oggi non esita a indicare i diamanti e il platino come principali responsabili della crisi del Gruppo. Il rischio è che rimangano un peso anche in futuro: per entrambi si profila, infatti, una contrazione strutturale della domanda che, nel caso dei diamanti è provocata dalle gemme sintetiche (che hanno già conquistato il 10-15% del mercato). Spezzare il legame con il big dei diamanti  sarebbe, del resto, un passo drastico per Anglo American, la cui storia si intreccia da sempre con quella di De Beers. Il gruppo minerario, fondato nel 1917 da Ernest Oppenheimer, controlla la società dal lontano 1926. Nel 2011 ha rilevato anche la quota di De Beers che era rimasta in mano alla famiglia Oppenheimer, salendo dal 45% all’85%: il restante 15%è del governo del Botswana. (Tratto dall’articolo di Sissi Bellomo“Diamanti e platino una zavorra per il bilancio di Anglo American” pubblicato su Il Sole 24 Ore in edicola stamane)

n. 34/2024 |APPUNTI DEL GIORNO| Venerdì 23 Febbraio 2024 – S. Policarpo

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