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60/2024 |APPUNTI DEL GIORNO|

Orso e toro – Chiudono in negativo le Borse europee nella prima seduta dopo la pausa pasquale, mentre sul fronte delle materie prime il prezzo dell’oro, nel corso della giornata di ieri, ha continuato a correre, aggiornando i massimi storici non lontano ormai dai 2.300 dollari all’oncia, spingendosi al record storico di 2.297 dollari. Stamane in apertura di mercati il metallo giallo è scambiato a 67,99 euro al grammo, pari a 2275,4935 dollari l’oncia.

Nella giornata del Made in Italy non poteva mancare il corallo – Non solo i segnali di marzo che dicono a chiare lettere che la manifattura italiana è tornata a crescere come un anno fa, ma l’aumentato ottimismo sulla produzione nel corso dei prossimi dodici mesi – con le aziende che hanno registrato la crescita occupazionale più rapida in un anno – hanno fatto da cornice alla presentazione a Palazzo Piacentini della Giornata Nazionale del Made in Italy, che verrà celebrata il 15 aprile. All’incontro di ieri ha partecipato, tra gli altri, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il quale nel corso del suo intervento ha sottolineato: “Identità, innovazione, istruzione, internazionalizzazione. È l’Italia delle 4 I che sta dietro alla filosofia di questa Giornata Nazionale nata grazie alla legge quadro del Made in Italy. Il provvedimento è stato introdotto per valorizzare, promuovere e tutelare le produzioni delle filiere nazionali, riconoscendone l’impatto sociale. Oltre a favorire lo sviluppo economico e culturale del Paese, il Made in Italy ne rappresenta il patrimonio identitario perché non è soltanto un marchio, ma il nostro biglietto da visita nel mondo. La Giornata Nazionale, che verrà celebrata annualmente nel giorno della nascita di Leonardo da Vinci, considerato il più grande genio della storia, è il frutto del Sistema Italia: la somma di tante realtà che compongono la nostra penisola. Saranno 300 le iniziative su tutto il territorio nazionale che mirano a ispirare e coinvolgere i nostri giovani, le imprese e i lavoratori ma soprattutto per accendere i fari su quello che è l’eccellenza italiana. Il Made in Italy non è un modello di produzione ma uno stile di vita“. Per simboleggiare questa giornata è stato scelto come logo l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci e accompagnerà tutte le iniziative dedicate alle celebrazioni. Presente Vincenzo Aucella, presidente di Assocoral, nonché vice Presidente vicario di Federpreziosi Confcommercio, che nel corso di una imminente conferenza stampa presenterà le iniziative dell’associazione in vista della settimana del Made in Italy.

Fare impresa è una impresa (ardua!) – Grazie anche alle Linee guida EbaLinee Guida in materia di concessione e monitoraggio del credito predisposte dall’Autorità Bancaria Europea – che entreranno pienamente in vigore il 30 giugno, ma già ampiamente anticipate da molti istituti di credito, ogni richiesta di finanziamento bancario di una piccola e media impresa si sta trasformando in un percorso di guerra tra scartoffie, dati più o meno plausibili, interpretazioni giuridiche ed economiche più o meno fondate. Fino a qualche decennio fa l’accesso al credito bancario era basato sulla conoscenza diretta tra imprenditore e direttore di filiale e il finanziamento lo si otteneva sostanzialmente sulla fiducia. Oppure offrendo in garanzia la casa o il capannone o altro diritto reale. Adesso le cose sono cambiate, sulla base però di esigenze che, se possono avere un senso per la grande impresa, lo hanno molto meno per le piccole e medie, che si trovano davanti a richieste di informazioni che l’imprenditore, normalmente, non ha mai nemmeno immaginato di gestire.
La lista dei documenti richiesti è lunghissima e a volte astrusa. Si parte dalle informazioni sulla finalità del prestito, se del caso munite di prove adeguate, a seguire prospetti di bilancio e note di accompagnamento (a livello di entità singola ed eventualmente di consolidato), quindi stato patrimoniale, conto economico, flussi di cassa relativi ad un certo numero di anni con conti certificati e sottoposti a revisione contabile, se del caso. Poi, un prospetto di anzianità dei crediti, un piano aziendale e proiezioni finanziarie (stato patrimoniale, conto economico, flussi di cassa), evidenze dei pagamenti fiscali e delle eventuali passività fiscali e previdenziali. Poi, dati dei registri dei crediti contenenti info sulle passività finanziarie e sugli arretrati di pagamento, eventualmente con informazioni sul rating esterno del cliente, sulle clausole restrittive esistenti e sul loro rispetto. Le informazioni su eventuali contenziosi di un certo spessore, sulle eventuali garanzie reali offerte, il loro valore ed eventuale assicurazione oltre che sulla loro esigibilità; sulle garanzie personali e altri fattori di attenuazione del rischio, oltre che sulla struttura proprietaria ai fini della prevenzione del riciclaggio.
Come se tutto ciò non bastasse, bisogna adeguarsi alle nuove politiche green che impongono alle banche di tener conto dell’esposizione dell’azienda “ai fattori Esg, in particolare ai fattori ambientali e all’impatto sul cambiamento climatico, e all’adeguatezza delle strategie di mitigazione” (dalle linee guida Eba).
Niente informazioni, niente credito (sarà poi tutto da dimostrare quanto questi business plan, la capacità di rimborso del debito o gli altri key performance indicator siano realistici). Caricati come muli da tutti questi adempimenti le Pmi nostrane dovrebbero, in un mercato globale, fare concorrenza alle imprese cinesi o indiane che da tutte queste scartoffie sono completamente esentate? (Tratto dall’articolo “Chiedere un finanziamento? Per le Pmi è un’impresa” pubblicato su Italia Oggi Sette del 2 aprile scorso)

60/2024 |APPUNTI DEL GIORNO| Mercoledì 3 Aprile 2024 – S. Riccardo

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