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L’UNIONE EUROPEA PROPONE UNA STRATEGIA DI COMMERCIO RESPONSABILE DEI MINERALI PROVENIENTI DA ZONE DI CONFLITTO

La Commissione ha presentato nelle scorse settimane un progetto di regolamento che istituisce un sistema UE di autocertificazione per gli importatori di stagno, tantalio, tungsteno e oro che scelgono di importare tali risorse nell’Ue in modo responsabile favorendo i canali commerciali legittimi.  L’autocertificazione richiede agli importatori dell’Unione di tali metalli e dei loro minerali di osservare il dovere di diligenza (vale a dire evitare di provocare danni nelle zone in questione) garantendo che la gestione ed il monitoraggio della catena di approvvigionamento e delle vendite rispettino le cinque tappe previste dalla guida dell’OCSE sul dovere di diligenza. L’obiettivo è quello di operare al livello più efficace della catena di approvvigionamento UE di tali minerali, agevolando il flusso di informazioni a disposizione degli utenti finali sul dovere di diligenza.

Inoltre, l’Unione europea intende pubblicare un elenco annuale di “fonditori e raffinatori responsabili” a livello di UE e globale; tale iniziativa mira ad accrescere la responsabilità di fonditori e raffinatori nei confronti del pubblico, ad aumentare la trasparenza delle catene di approvvigionamento e a favorire un rifornimento responsabile di minerali. L’UE è uno dei maggiori mercati di stagno, tantalio, tungsteno e oro, con oltre 400 importatori di tali minerali e metalli.

La proposta di regolamento è accompagnata da una “comunicazione”, un documento che delinea una strategia globale di politica estera volta a spezzare il collegamento tra i conflitti armati e il commercio di minerali estratti nelle zone interessate dai conflitti. Tale impostazione rafforza l’impegno dell’UE a sostegno della guida dell’OCSE sul dovere di diligenza nonché la presenza e il sostegno offerti dalla politica estera dell’UE in tale materia.

Tramite la comunicazione la Commissione e l’Alto rappresentante/Vicepresidente confermano che i “minerali dei conflitti” rientrano nell’agenda di politica estera dell’Unione europea; quest’ultima intende prendere provvedimenti concreti, a livello nazionale e internazionale, che spaziano dal sostegno al dialogo sulle politiche all’impegno diplomatico nei paesi in cui si realizza la fusione di tali risorse. La comunicazione sostiene l’impegno della Commissione e dell’Alto rappresentante a promuovere una diplomazia dell’Unione forte e coerente in tema di materie prime, affrontando in modo coordinato e strategico il vincolo tra sviluppo e sicurezza.

Il nostro impegno mira ad impedire al commercio internazionale di minerali di intensificare o perpetuare i conflitti“, hanno dichiarato Catherine Ashton, Alto rappresentante/Vicepresidente, e Karel De Gucht, Commissario dell’UE per il Commercio. “L’iniziativa odierna sui “minerali dei conflitti” contribuirà ad assicurare che il commercio operi a favore della pace, delle comunità e della prosperità nelle zone colpite da conflitti armati in tutto il mondo. Si tratta di un primo e tempestivo contributo dell’UE a sostegno di un consenso raggiunto dal mondo imprenditoriale, dalla società civile e dai governi dei paesi dell’OCSE per permettere alle comunità di beneficiare delle loro risorse naturali.”

 

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