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n. 101/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

Oro in leggera discesa questa mattina. In apertura dei mercati è scambiato a 57,46 euro al grammo pari 1.934,19 dollari l’oncia.

Tutto va bene! Tutto va bene! Tutto va bene????? – L’ISTAT: un quarto della popolazione a rischio povertà. Ma crescono i redditi delle famiglie. Nel 2021 la percentuale era del 25,2%. I dati del report dell’Istituto di Statistica. Nel 2021 si stima un reddito netto pari, in media, a 33.798 euro, ossia 2.817 euro al mese. Stando al Mic – il Misery Index Confcommercio – ad aprile l’indice del disagio sociale misurato torna a crescere dopo il lieve calo del mese precedente attestandosi a quota 16,7: effetto della ripresa dell’inflazione relativa ai prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza di acquisto e di un lieve miglioramento della disoccupazione.

Un salvagente di nome export – L’export, una leva importantissima per l’economia del Paese che l’anno scorso ha raggiunto i 624 miliardi di euro, generando 144 miliardi in più rispetto al 2019 e 100 in più del 2021. Una crescita certamente spinta dall’inflazione. Ma anche in volume le esportazioni sono aumentate in maniera significativa negli ultimi anni. Inoltre, secondo le analisi dell’Istituto Tagliacarne, la velocità di incremento è stata doppia rispetto a Germania e Francia. “C’è un altro spetto positivo, ovvero che l’export italiano è uno dei più diversificati in Europa – spiega Andrea Prete, presidente di Unioncamere.” “In media i primi 50 prodotti che ogni Paese esporta incidono per circa la metà delle vendite complessive all’estero, mentre in Italia i primi 50 prodotti pesano solo il 29%, il che significa che abbiamo una capacità di esportazione nei settori più variegati”.
Se il settore orafo ha archiviato il 2022 con una crescita del 20,8% e un giro d’affari di 10,8 miliardi di euro lo si deve al traino delle esportazioni, che sono salite a quota 9,8 miliardi di euro, rappresentando la fetta più grande del fatturato totale. L’export supera anche i livelli pre-pandemia: del 40% in valore e del 5% in quantità. Lo afferma Stefano de Pascale, Segretario di Federorafi Confindustria.
Nei primi mesi del 2023 nei principali distretti produttivi, sulla base dei dati provvisori pubblicati dall’ISTAT, l’export continua a segnare un’ottima performance. Lo confermano quelli diffusi ieri dalla Camera di Commercio di Arezzo Siena; in questo caso, ha affermato il segretario generale Marco Rondellini, il prezzo dell’oro ha fornito una spinta importante ma non determinante per il conseguimento del risultato positivo: nel periodo e, quindi, c’è stato un reale aumento della domanda, che comunque inizia a dare qualche segnale di assestamento.
Ad Arezzo le vendite all’estero di gioielleria e oreficeria sono infatti aumentate dell’8,4% attestandosi a oltre 790 milioni di euro. Anche gli altri due distretti orafi nazionali mostrano segnali di ripresa, più evidenti nel caso di Valenza (+24,4%) piuttosto che per Vicenza (+6,9%). A livello nazionale il comparto della gioielleria apre il 2023 con un incremento delle vendite all’estero del + 17%. I principali mercati di riferimento dell’export orafo, nel caso dell’oreficeria aretina, sono gli Emirati Arabi Uniti con il +5,4%, la Turchia addirittura con il 53,8% (confermandosi come hub commerciale strategico), gli Stati Uniti con +3,5%, Hong Kong con +16,6% e Francia con +6,6%).

In USA il Summit gioielleria e ambiente – Il 23 giugno all’Università di Harvard a Cambridge, Massachusetts, si terrà il Jewelry Summit organizzato dal Responsible Jewellery Council (RJC), dal Mineralogical and Geological Museum della Harvard University (MGMH) e dal Gemological Institute of America (GIA). Gioielleria e ambiente, società, sostenibilità al centro dei lavori per esplorare le sfide, le opportunità, il futuro della pratica responsabile, promuovendo norme e prassi responsabili nel rispetto dei diritti nell’intera filiera del comparto dei diamanti, delle pietre di colore e dei metalli preziosi dall’estrazione fino al commercio al dettaglio.

Soggetti Isa: annunciata proroga versamenti – Una prossima disposizione normativa prorogherà, per professionisti e imprese che esercitano attività per le quali sono approvati gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa), i termini dei versamenti delle somme risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, Irap e Iva, in scadenza al 30 giugno 2023. Lo ha annunciato il ministero dell’Economia e delle Finanze con un comunicato stampa.
In particolare, le nuove deadlines saranno:
– entro il 20 luglio 2023, senza alcuna maggiorazione;
– entro il 31 luglio 2023, applicando una maggiorazione dello 0,40 per cento.
La mini-proroga riguarda i contribuenti che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) e che dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabilito per ciascun indice (5.164.569 euro), o che presentano cause di esclusione o di inapplicabilità dagli stessi, e gli altri “collegati” agli Isa, quali, ad esempio, i soci di società di persone e quelli delle società a responsabilità limitata in trasparenza o i collaboratori di imprese familiari, nonché i contribuenti forfettari e i minimi.

n. 101/2023 |APPUNTI DEL GIORNO| Giovedì 15 Giugno 2023 – S. Germana

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