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n. 107/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

Continua la parabola discente del metallo prezioso per antonomasia. L’oro, stamane in apertura dei mercato, si attesta sui 1917,615 dollari l’oncia pari a 56,69 euro al grammo.

Se gli amici rischiano di deluderci… – “Diamonds are a girl’s best friend”, cantava l’immortale Marilyn Monroe, ma, a quanto pare, deve invece essersi un po’ raffreddato il rapporto con i diamanti da parte degli investitori: negli ultimi mesi i prezzi sono scesi del 18% rispetto ai massimi storici del febbraio 2022 e del 6,5% da un anno all’altro, secondo il Global Rough Diamond Price Index. Gli osservatori del mercato prevedono che il loro valore sia destinato a scendere ulteriormente. “Un diamante naturale da 1 carato di qualità leggermente superiore alla media costava 6.700 dollari un anno fa, oggi questo stesso diamante viene venduto a 5.300 dollari”, dice alla Cnbc Paul Zimnisky, ceo di Paul Zimnisky Diamond Analytics. https://www.ilsole24ore.com/art/diamanti-prezzi-giu-18percento-rispetto-massimi-febbraio-2022-AEvBKjnD

…chiediamoci il perché – La crisi economica, l’inflazione, le mode che cambiano. Ma sulla domanda e sui prezzi dei diamanti – scesi di circa un quinto dai massimi di febbraio 2022 – pesa sempre di più anche la concorrenza delle gemme sintetiche: un fattore non ciclico, ma strutturale, di fronte al quale anche De Beers inizia ad alzare bandiera bianca.
La controllata di Anglo American, è entrata fin dal 2018 nel settore delle pietre da laboratorio, costituendo la società Lightbox per presidiare quella che all’epoca era una piccola nicchia di business. Ora Lightbox è cresciuta, al passo con un mercato che si sta sviluppando rapidamente, ha creato una linea di prodotti di pregio, chiamata Finest, con tanto di certificazioni su qualità del taglio, dimensioni, grado di purezza e colore delle gemme. E nei giorni scorsi ha impresso una svolta al marketing giudicata molto significativa dagli analisti, iniziando a promuovere anelli di fidanzamento con solitario sintetico.
La quota di mercato delle gemme sintetiche era del 2,3% nel 2020 e oggi è già salita al 9,3% secondo Edahn Golan, consulente del settore. E questo nonostante il loro prezzo sia sceso del 59% nello stesso periodo. Se poi si guarda alle unità vendute anziché al valore, il quadro è davvero impressionante: a gennaio 2020, stima Golan, erano sintetici l’11,2% dei diamanti venduti sciolti (ossia non montati su gioielli), lo scorso febbraio la quota aveva raggiunto il 46,6%. “In appena tre anni siamo saliti da un decimo delle vendite a quasi metà”, chiosa l’esperto.
Nelle vendite di diamanti naturali grezzi, intanto, De Beers colleziona una delusione dopo l’altra. La società ha preferito rinviare l’appuntamento di maggio con i sightsholders, una cerchia ristretta di commercianti del settore provenienti da tutto il mondo, e mercoledì scorso – quando si è finalmente tenuto i quinto “ciclo” di vendite di quest’anno – il ricavo è stato di 450 milioni di dollari, in calo del 32% rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 6% rispetto alla vendita precedente. La domanda è debole, ha riconosciuto il CEO di De Beers, Al Cook: «Con le sfide macroeconomiche globali che continuano ad avere un impatto sui clienti finali l’industria dei diamanti rimane cauta andando verso l’estate».
D’altra parte, l’economia globale sta rallentando (quella cinese fatica a riprendersi dopo il Covid) e la corsa dell’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto in molti Paesi, scoraggiando in modo particolare gli acquisti di gioielleria. La congiuntura può aver favorito i diamanti sintetici, che costano almeno il 30-40% in meno a parità di caratura rispetto a quelli naturali. Ma c’è anche dell’altro.
Le gemme di laboratorio sono infatti percepite sempre di più come una scelta sostenibile, se non dal punto di vista ambientale (il tema è controverso, visto che si producono a una temperatura di 1.200 gradi, con enorme dispendio di energia), quanto meno sotto il profilo dei diritti umani. E la guerra in Ucraina ha riportato la questione in primo piano, visto che la Russia è il maggior produttore mondiale di diamanti naturali, ma imporre sanzioni si sta rivelando una sfida difficile da mettere in pratica. (Tratto dall’articolo “De Beers delusa dai diamanti naturali – Ora promuove il solitario sintetico” di Sissi Bellomo in edicola stamane)

Webinar gratuito su controllo e marchiatura metalli preziosi – La Camera di Commercio di Alessandria-Asti organizza, mercoledì 28 giugno dalle ore 15:00 alle ore 16:00, in collaborazione con Dintec–Consorzio per l’innovazione tecnologica, un webinar gratuito “La Convenzione sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metallo prezioso (Convenzione di Vienna): vantaggi ed opportunità”.
L’incontro si propone quale momento informativo sul marchio di garanzia internazionale (Common Control Mark – CCM) che potrà essere a breve applicato, a seguito della recente adesione dell’Italia alla Convenzione, dai tre Uffici di controllo nazionale designati – uno dei quali individuato nella Camera di Commercio di Alessandria-Asti, oltre ad Arezzo e Vicenza – sugli articoli in oro, platino, palladio e argento, previa verifica della loro finezza secondo i metodi concordati. Il CCM è un marchio facoltativo che ha come scopo primario quello di facilitare il commercio internazionale degli oggetti in metalli preziosi. Le merci contrassegnate con il CCM, se idonee per il mercato interno del singolo Stato contraente, possono infatti circolare sul territorio degli altri Stati contraenti senza ulteriori prove di controllo e marcature.
Per l’iscrizione clicca qui

n. 107/2023 |APPUNTI DEL GIORNO| Venerdì 23 Giugno 2023 – S. Lanfranco

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