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n. 28/2024 |APPUNTI DEL GIORNO|

L’oro continua a rimanere al di sotto del livello psicologico dei 2.000 dollari l’oncia. In apertura dei mercati europei il metallo giallo segna 59,74 euro al grammo pari a 1995,085 dollari l’oncia.

Pil: Italia batte Eurozona – La crescita annuale dell’Eurozona e dei ventisette Paesi dell’UE è stata dello 0,5% nel 2023, secondo le prime stime di Eurostat. Nel 2023 il prodotto interno lordo tricolore invece è aumentato dello 0,7% rispetto al 2022, chiuso a +3,7%. Tornando ai dati Eurostat, nel quarto trimestre del 2023 il prodotto interno lordo destagionalizzato è rimasto stabile nell’area euro rispetto al trimestre precedente. Il Pil è aumentato dello 0,1% nell’UE.   

Si ritorna al “Monte di Pietà” – Inizialmente si parlava di Monti di Pietà, nati come istituzioni di beneficenza destinate ad esercitare il credito su pegno. Solo a seguito dell’ampliamento dei loro impieghi l’attività venne a configurarsi come attività creditizia e come tale fu assoggettata ad una specifica legislazione. La maggior parte degli istituti di credito accetta solamente il pegno di oggetti preziosi prediligendo in modo particolare oggetti in oro e in argento, ma le condizioni di contratto dipendono fortemente dalle differenze tra una banca e un’altra. Ma qual è la situazione attuale? I prestiti al consumo vengono sempre più spesso erogati a fronte di “collaterali” preziosi, che nel 97% dei casi vengono poi riscattati. Un mercato in forte crescita che attualmente vale un miliardo di euro. Mentre l’importo medio dei finanziamenti al consumo diminuisce, il credito su pegno marcia al contrario: negli ultimi cinque anni viene evidenziata una crescita dell’importo medio da 900-1.000 euro a 1.600 euro per la singola polizza. Anche il tasso di default è di circa il doppio rispetto ai crediti bancari: i beni a pegno vengono regolarmente ritirati in oltre il 97% dei casi. Un segnale, questo, anche di come stia cambiando la clientela, con sempre più possessori di oggetti di valore che li mettono “a reddito” finanziariamente. Lo spaccato dei clienti, infatti, mostra che solo un 19% è disoccupato, un altro quinto scarso è in pensione, un terzo ha un impiego come dipendente e un 29% è imprenditore o lavoratore autonomo. I clienti stranieri negli ultimi tre anni sono saliti dal 14% al 20% del totale, mentre l’età media è stabile sui 55 anni.  

A Milano il luxury retail è in fermento – Numerose le aperture dei big name del lusso avvenute negli ultimi tempi. Da cosa deriva tanto movimento? Perché i nomi del lusso si stanno concentrando nel retail? Di fatto i negozi sono oggi un potente strumento di comunicazione, uno dei principali mezzi di espressione di identità della marca. Attraverso gli elementi costitutivi del punto vendita (le vetrine, il lay out interno, l’approccio del personale, il servizio e così via) si raccontano la visione e i valori del brand. Non solo: lo store permette di costruire una relazione diretta con il consumatore, che – entrando in negozio – si immedesima ed entra a far parte dell’universo della marca. 

Lo shopping di lusso trascura l’online – Dopo l’accelerazione avuta durante la pandemia, le piattaforme online hanno perso attrattiva agli occhi dei clienti high-spender e sono entrate in crisi. Conclusasi la parentesi del Covid, l’inflazione ha cominciato a mordere, complici le tensioni geopolitiche internazionali, l’aumento dei prezzi e l’incremento del costo della vita. Tra le conseguenze si è rilevato anche un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, che hanno smesso di acquistare sulle piattaforme di lusso. Browsing not buying, guardano ma non acquistano, scorrendo i prodotti sullo schermo, ma senza mai ultimare il pagamento. La tendenza si accentua sempre più e potrebbe cambiare nel tempo, ma verrebbe da pensare che, dopo la bulimia di prodotti comprati online durante le restrizioni della pandemia, i consumatori abbiano voglia di lasciare il digitale e vivere l’esperienza fisica del negozio. Lo rivela la ricerca True-luxury global consumer Insight di BCG-Boston Consulting Group svelata al Consumer and retail insight di Altagamma, secondo cui meno della metà dei clienti di fascia alta (46%) non è soddisfatto dell’esperienza di shopping digitale. Il piacere di essere accolti in boutique, in negozio, la possibilità di provare dal vivo vestiti, gioielli e altri beni di lusso, di farsi consigliare, di sceglierli e personalizzarli, sono fasi imprescindibili dell’acquisto che soddisfano gli high spender e che non possono essere più sostituite dall’online. Né per quanto riguarda le piattaforme puramente digitali né per le maison con vetrine digitali. 

Una donna-gioiello, un gioiello di donna – Tutti la conoscevano come la regina dei gioielli, che ha lanciato collezioni innovative e moderne, amate dalle più grandi attrici internazionali, pop star, nobildonne. Le sue creazioni sono state indossate da star del calibro di Sophia Loren e Jennifer Lopez. È morta all’età di 93 anni Marina Bulgari, romana, classe 1930, figlia di Costantino Bulgari, a sua volta discendente di Sotirios, di origini greche e fondatore della maison di moda simbolo del lusso in tutto il mondo nei settori della gioielleria, dell’orologeria, della profumeria, della pelletteria e dell’industria alberghiera. Marina, dopo una lunga esperienza nell’azienda di famiglia, nel 1976 si mise in proprio e lanciò il marchio Marina B, brand che l’ha resa famosa in tutto il mondo e che è stato acquistato nel 1996 dall’imprenditore saudita Ahmed Fitaihi. (Fonte Il Messaggero 15 febbraio) 

n. 28/2024 |APPUNTI DEL GIORNO| Giovedì 15 Febbraio 2024 – SS. Faustino e Giovita

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