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n. 59/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

Prezzo dell’oro in calo questa mattina sui mercati delle materie prime: il metallo prezioso passa di mano a 1.956 dollari l’oncia pari a 58,19 euro al grammo.

Calo inflazione: cautela di Confcommercio – Un calo dovuto principalmente alla decelerazione dei prezzi dei beni energetici, regolamentati e no, e che fa ben sperare, tanto da spingere Confcommercio a parlare di «disinflazione».
Ma, accanto alla luce, i dati ISTAT sull’inflazione mostrano anche l’ombra dei beni del carrello della spesa il cui prezzo invece continua a crescere toccando +12,7%. Così il rallentamento dell’indice dei prezzi al consumo nel mese di marzo è meno forte di quanto potrebbe: meno 0,3% rispetto a febbraio che su base annua, però, scende sotto quel +9,1% registrato nel mese di febbraio: l’inflazione quindi in marzo, secondo le stime diffuse dall’Istituto di statistica, è a +7,7%: «Prosegue la fase di rapido rientro dell’inflazione», sottolinea e precisa anche come l’inflazione di fondo, trainata dai beni alimentari non lavorati, dai tabacchi e dai servizi, invece salga a +6,4% (da +6,3%). «La dinamica, tuttavia, sembra perdere lo slancio che aveva contraddistinto i mesi precedenti». E il dato italiano si allinea con il resto d’Europa dove l’inflazione in marzo è stata a +6,9%, contro l’8,5% di febbraio.
Non si può ancora tirare un sospiro di sollievo. Pesa e peserà ancora quel +12,7% registrato nei prezzi per i prodotti del carrello della spesa con alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona. Lo sottolinea Confcommercio che invita alla prudenza: «Le pregresse tensioni accumulate nei bilanci delle imprese lungo la filiera che collega importazioni, prezzi alla produzione e all’ingrosso, fino al comparto della distribuzione finale, sono ancora presenti».
Il Centro studi dell’associazione precisa “il contenimento delle dinamiche inflazionistiche rappresenta, indubbiamente, un solido presupposto per una seconda parte dell’anno più dinamica in termini di attività produttiva”.

Il mondo orafo italiano oggi in RAI “Casa Italia” – Andrà in onda oggi una nuova puntata di “Casa Italia”, quotidiano preserale di Rai Italia per gli italiani nel mondo, condotto da Roberta Ammendola. “Un periodo d’oro per il mondo della gioielleria italiana”. Lo ha detto nel corso della trasmissione Steven Tranquilli, Direttore di Federpreziosi Confcommercio. “Dietro ciascun gioiello c’è il saper fare italiano, una grande storia di alta manifattura e il gioielliere è il narratore di questa storia”, ha aggiunto Tranquilli. Arezzo, Vicenza e Valenza sono i principali luoghi di produzione orafa in Italia, che lo scorso anno ha fatto registrare un fatturato complessivo pari a circa 10,8 miliardi di euro, il 28% in più rispetto all’anno precedente. “Una produzione che in gran parte – per il 90% – viene esportata in tutti i paesi del mondo”, ha puntualizzato Stefano De Pascale, Direttore generale di Confindustria Federorafi precisando che “gli Stati Uniti sono il mercato principale dell’export, poi la Svizzera e gli Emirati Arabi, che rappresentano anche un hub per altri paesi, India soprattutto, oltre a diversi paesi asiatici e nord Africa”. Ospite a Casa Italia anche Tiziana Di Gennaro del Centro Orafo Il Tarì di Caserta.

Marchi per metalli preziosi/Oggi – Il Decreto Legislativo 251/99 e il relativo regolamento D.P.R. 150/2002 prevede che gli oggetti in metallo prezioso (oro, argento platino e palladio) per poter essere messi in vendita debbano obbligatoriamente riportare il marchio identificativo della ditta produttrice e il titolo della lega espresso in millesimi. Marchi per metalli preziosi/Ieri – Nel 1904, “Il Marchio è l’impronta cui la legge sottoponeva un tempo dovunque, e cui sottopone in vari paesi ancora oggidì, le materie lavorate di oro e d’argento per manifestarne il titolo legale, e servire di guarentigia al commercio dando al tempo stesso una fonte fiscale di rendita allo Stato.
I due nobili metalli sono oggetti così preziosi, ed è così forte l’incentivo che trova la fraudolenta cupidigia a falsificarli, che i legislatori reputarono necessario di sottoporre a speciali regolamenti il loro traffico.
Basi di questi regolamenti erano:
− Il marchio obbligatorio, cioè il vincolo imposto agli esercenti l’industria dell’orafo e dell’argentiere, di fare previamente improntare con un timbro o punzone, per mano di saggiatori ufficiali, ogni oggetto da esso loro posto in vendita.
− La distinzione legalmente stabilita di vari titoli che volevano essere due di ciascun metallo: per l’oro, l’uno di 840/1000 e l’altro di 750/1000; e per l’argento il primo di 850/1000 ed il secondo di 800/1000.
Da gran tempo però gli economisti venivano dimostrando che il marchio dei metalli preziosi non si giustifica punto meglio di tutti gli antichi vincoli autoritari posti all’industria.
Per queste ragioni il marchio obbligatorio venne in vari paesi (fra i quali il nostro) abolito, senza che la riforma abbia cagionato alcuno di quei danni e pregiudizi che i suoi avversari avevano profetato”.
(Tratto dal manuale Hoepli dell’Ing. Zanane “Metalli Preziosi” del 1904)

n. 59/2023 |APPUNTI DEL GIORNO| Lunedì 3 Aprile 2023 – S. Riccardo

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