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n. 8/2024 |APPUNTI DEL GIORNO|

Attualmente l’oro è quotato a 2043,365 dollari l’oncia pari a 59,81 euro al g.

Passeggeri, la turbolenza è passata – Se fossimo a bordo di un aereo in mezzo a una turbolenza, allora questo sarebbe il momento in cui si spengono i segnali luminosi che indicano di tenere allacciate le cinture perché il peggio è passato. Non male questa considerazione riportata stamane sul giornale capitolino Il Messaggero. La crescita dell’inflazione nel 2023 si ferma al 5,7%, in deciso rallentamento rispetto all’8,1% del 2022. Così i dati Istat, secondo cui nel mese di dicembre è proseguita la fase di flessione, con l’indice nazionale dei prezzi al consumo in aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua, contro lo 0,7% dell’anno precedente. Per il presidente dell’ICE Matteo Zoppas il calo dell’inflazione favorisce il recupero di competitività del Made in Italy. E aggiunge “grazie alle misure messe in atto dal governo come il patto anti anti-inflazione”.

IVA e ISA: PRESTARE ATTENZIONE! – Nella versione finale che arriverà in Consiglio dei ministri entro la fine del mese, il concordato biennale chiamato a far siglare tra fisco e autonomi accordi preventivi sul reddito da dichiarare (e quindi sulle imposte da versare) aprirà le porte a tutte le partite IVA, senza escludere quelle considerate «inaffidabili» in base agli indici sintetici di affidabilità come previsto dal testo approvato in prima lettura dal Governo il 3 novembre. Il Sole 24 Ore stamane in edicola, nell’articolo di Marco Mobili e Gianni Trovati “Fiscopartite Iva in fuga dalle tasse. Sotto l’8 in pagella ISA redditi giù del 68,5%, ricorda che il concordato preventivo biennale si applicherà anche ai contribuenti giudicati “inaffidabili” dagli indicatori sintetici. Sono il 55,8% degli autonomi e dichiarano in media meno di un terzo dei guadagni di chi ha i voti.  Il fatto è che il mondo delle partite IVA è diviso in due gruppi, separati da quello che a tutti gli effetti appare un baratro enorme. Il confine oggi è tracciato dalle pagelle fiscali, gli “indici sintetici di affidabilità” che dal 2018 hanno sostituito i vecchi studi di settore nel tentativo di fotografare i redditi effettivi di lavoratori autonomi, professionisti e microaziende. In base a una serie di indicatori che tengono conto, oltre ovviamente che del settore di attività, di parametri congiunturali e territoriali, gli ISA assegnano a ogni contribuente un voto in base al reddito dichiarato.
Dall’8 in su si è considerati “affidabili”, sotto si è giudicati a rischio evasione e più esposti agli accertamenti.
In questa condizione si trova la maggioranza delle partite IVA interessate dagli studi di settore. Nella radiografia delle dichiarazioni 2022 sui redditi 2021, in base agli ultimi dati resi disponibili dal dipartimento Finanze sul proprio sito ufficiale, su 2,42 milioni di autonomi censiti erano 1,34 milioni, cioè il 55,4%, a fermarsi sotto la sufficienza rappresentata dall’”8”. Ma, e qui arriva il dato chiave, in questo gruppo il reddito medio dichiarato si ferma a 23.530 euro all’anno, vale a dire il 68,5% in meno dei 74.698 euro dichiarati dai contribuenti “affidabili”. Questi ultimi, in pratica, dichiarano mediamente più del triplo (3,17 volte per la precisione) le cifre comunicate al Fisco dagli altri. La distanza è allargata anche dal fatto che in maggioranza chi si colloca sopra l’8 si avvicina in genere ai pieni voti (10), mentre chi è sotto si divide a sua volta in due gruppi, più o meno paritari, tra chi è a un passo dalla sufficienza e chi invece si ferma sui primissimi scalini nella graduatoria dei giudizi (e del rischio evasione).
La media generale è il frutto di forbici che si ripetono in tutte le 175 categorie indicate dagli ISA.  Per quanto ci riguarda, nei negozi di gioielleria e nei laboratori di riparazione (DM15A), 10197 realtà imprenditoriali soggette agli indicatori sintetici,  chi si ferma prima dell’“8” dichiara in media  46.076 euro mentre i restanti, il 66,8%, dichiara  13.281 euro e nell’ingrosso di oreficeria e gioielleria su 1509 realtà che compilano gli ISA,  il primo gruppo dichiara 62.427 euro mentre il secondo non va oltre i 20.768 (-66,7%); le aziende di produzione del nostro comparto dichiarano per il 38,6 %, 66.448 euro. Coloro che si collocano sotto il fatidico “8”, pertanto con un giudizio inferiore a quello considerato affidabile, non vanno oltre i 25.639 euro dichiarati.
Tematiche peraltro emerse nel corso dell’incontro organizzato dal SOSE assieme all’Agenzia delle Entrate il 16 novembre scorso nella quale sono stati resi noti i dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale del nuovo modello DM15A per il periodo di imposta 2023 relativi alle attività economiche:

  • 47.77.00 – Commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioielleria e argenteria;
  • 95.25.00 – Riparazione di orologi e di gioielli.

Nello specifico, si è fatto il punto sulle modalità di acquisizione dei dati necessari ai fini dell’applicazione degli ISA e sono stati illustrati i dati economici, contabili e strutturali rilevanti per l’applicazione degli stessi in relazione al periodo di imposta 2023. Inoltre, a titolo esemplificativo, sono state fatte analisi di due realtà del comparto in merito ai punteggi di affidabilità. Non è mancato il confronto tra i presenti ed i numerosi rappresentanti dell’Agenzia e del SOSE anche in merito alla gestione dei collaboratori familiari e del magazzino, croce e delizia di ogni gioielleria. La documentazione oggetto di presentazione è disponibile cliccando qui.

n. 8/2024 |APPUNTI DEL GIORNO| Mercoledì 17 Gennaio 2024 – S. Antonio Abate

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