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n. 139/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

La quotazione del metallo giallo è sostanzialmente stabile rispetto alle precedenti chiusure dei mercati. Al momento è quotato a 1930,63 dollari l’oncia pari a 58,22 euro al grammo

Poveri diamanti: vorrebbero solo far felici le donne! – Marco Ventura dalle pagine de il Messaggero in edicola stamane con il suo articolo “I diamanti per le armi Mosca vuole le miniere – Le mani di Putin sui giacimenti gestiti da Wagner in Repubblica Centrafricana” ci ricorda che è in atto “una vera e propria ‘guerra dei diamanti’ quella che si sta combattendo all’ombra del conflitto in Ucraina e attraversa almeno tre continenti: Asia, Europa e Africa. L’Unione Europea si prepara a chiedere al G7 di mettere al bando i diamanti russi, di fatto applicando le sanzioni anche alle gemme grezze e non tagliate che inondano il mercato globale e provengono dalle miniere della Federazione, che è il più grande fornitore al mondo.
“Stiamo parlando di ristrutturare il mercato globale tagliando fuori i diamanti russi dal mercato del G7”, dice una fonte anonima belga al “Times” di Londra. Il G7 vale da solo il 70 per cento del mercato complessivo dei diamanti, pari a 77 miliardi di euro l’anno. La compagnia mineraria di Stato russa Alrosa da sola fornisce un terzo di tutti i diamanti del globo, con ricavi per il Cremlino da 3 miliardi di euro l’anno che sono destinati a pagare la prosecuzione della guerra. Il problema è come applicare il divieto.
Da un lato, infatti, sono schierati per le sanzioni sui diamanti russi il Belgio, che storicamente è un mercato fondamentale perché belga è il più importante snodo commerciale di diamanti, Anversa, e ovviamente la UE. Dall’altro, la multinazionale sudafricana De Beers e il World Diamond Council che ha il supporto dell’India, dove viene tagliato il maggior numero di gemme. Insomma, uno scontro fra titani sullo sfondo della guerra. Il paradosso è che con l’invasione dell’Ucraina i russi hanno potenziato le forniture di diamanti, raddoppiandole, anche se i prezzi sono rimasti stabili avendo trovato strade alternative per lo smercio negli Stati Uniti e nel resto del G7. Fervono incontri e negoziati. Scrive il “Times” che a margine della Assemblea dell’ONU dovrebbe tenersi un colloquio tra il premier belga, Alexander De Croo e il direttore esecutivo di Cartier, Cyrille Vigneron, che insieme ad altri rivenditori di diamanti preme per mettere al bando i diamanti russi, da confinare a un livello di prezzo più basso, indirizzato, fra l’altro, alla Cina.
Ovviamente l’articolo di Ventura prosegue e, invitandovi a leggerlo nella sua interezza, ci limitiamo ad aggiungere per completezza di informazione che durante gli ultimi vertici del G7 – dietro pressione di Anversa che si è opposta contro misure restrittive – non è stato concordato alcun divieto di importazione di pietre grezze, mentre i Grandi si sono assunti l’onere di occuparsi della questione, valutando la possibilità di mettere a punto una nuova tecnologia che permetterebbe di verificare l’origine delle pietre. Nel frattempo, la Russia continua a trattare le gemme con l’India, paese divenuto il maggior tagliatore di pietre. Una triangolazione che non ha trovato ostacoli. Vedremo per quanto tempo ancora, considerando che il prossimo G7 si terrà nel nostro Paese – che dal 1° gennaio 2024, peraltro, ne assume la presidenza – nella seconda metà di giugno in Puglia.

I diamanti coltivati in laboratorio potrebbero non essere “per sempre” – Inizia con questa affermazione il post pubblicato sul profilo Linkedin di Nathal Israel. “Ci stiamo dirigendo verso un settore in cui questi due mercati (naturale e coltivato in laboratorio) non sono a somma zero”, ha dichiarato Paul Zimnisky, uno dei principali analisti del settore dei diamanti a livello mondiale. “Penso che una volta che l’industria sarà a regime, la maggior parte dei diamanti di laboratorio sarà venduta come gioielli di moda o semi-preziosi”. I diamanti naturali, la cui offerta è limitata, aumenteranno il loro valore a lungo termine. Nel 2016 il prezzo di un generico diamante coltivato in laboratorio era di 5.450 dollari per carato. Ad agosto 2023 il prezzo è di 1.425 dollari per carato: il calo è del 74%. La diminuzione dei costi delle attrezzature e della produzione, insieme alla crescita degli investimenti, ha permesso alla produzione degli ultimi anni di aumentare l’offerta e di favorire il calo del prezzo. Quanto costerà un diamante sintetico tra 20 anni? Una donna sarà felice di ricevere.

Il “Blu” che si addice a un re (e a una regina) – Parte di un’importante collezione privata da ormai 50 anni Bleu Royal, con i suoi 17,61 carati, sarà il pezzo forte della prossima asta di Christie’s “Magnificent Jewels” che si terrà a Ginevra il 7 novembre. Il diamante è stimato tra i 35 ed i 50 milioni di dollari, un valore decisamente fuori dall’ordinario tenendo conto che si tratta di una pietra certificata Internally Flawless Fancy Vivid Blue.

Agevolazioni Poste Italiane per Confcommercio – Scontistiche speciali sulle spedizioni nazionali e assistenza dedicata: Poste italiane e Confcommercio hanno siglato una convenzione per supportare le imprese associate nella loro attività in un momento in cui l’e-commerce sta diventando sempre più il canale preferito dagli italiani per alcune tipologie di acquisto. L’accordo prevede tariffe agevolate per spedizioni e servizi di pagamento. Per saperne di più.

n. 139/2023 |APPUNTI DEL GIORNO| Martedì 19 Settembre 2023 – S. Gennaro

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