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n. 144/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

Oro e valute – Il biglietto verde è salito ai massimi da marzo sia sull’euro sia sulla sterlina inglese, mentre ha schiacciato lo yen sui minimi da novembre 2022. È da 10 settimane consecutive che l’euro perde quota sul dollaro: non era mai successo dalla nascita della moneta unica. E l’oro? Il metallo giallo dopo l’exploit delle quotazioni dei mesi scorsi, nelle ultime settimane, salvo qualche piccola oscillazione, mantiene costante il proprio apprezzamento. Stamane è quotato a 1913,64 dollari l’oncia pari a 58,13 euro al grammo.

Arriva il decreto “salva commercio” – Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il decreto legge “Misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio, nonché proroga di termini normativi e di versamenti fiscali”. Il provvedimento, del valore di circa 1,3 miliardi, prevede tra le altre una norma definita “salva commercio”, con la quale “è scongiurata la chiusura di oltre 50mila piccoli esercizi commerciali: chi effettua il ravvedimento operoso e paga le somme dovute sarà esentato dalla sanzione accessoria della sospensione della licenza”.
Una sanatoria, dunque, per le violazioni su scontrini, fatture o ricevute fiscali, che potranno essere regolarizzate con il ravvedimento operoso. In definitiva, i contribuenti che abbiano commesso una o più violazioni degli obblighi in materia di certificazione dei corrispettivi potranno rimuoverle mediante il ravvedimento operoso – ordinario e non speciale – per la mancata, irregolare, incompleta o non tempestiva memorizzazione o trasmissione dei dati dei corrispettivi telematici per violazioni commesse nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e fino al 30 giugno 2023. L’eventuale regolarizzazione non concorrerà comunque al computo delle quattro distinte violazioni per l’irrogazione delle sanzioni accessorie di sospensione della licenza o dell’esercizio dell’attività commerciale. Il perfezionamento deve avvenire entro il 15 dicembre 2023. Le violazioni possono essere constatate fino al 31 ottobre 2023 e non devono essere state già oggetto di contestazione entro la data di perfezionamento del ravvedimento. Confcommercio: “Tutti gli interventi volti a semplificare e a sanare il rapporto tra contribuenti e fisco sono i benvenuti”.

Stop ai diamanti – Ne abbiamo “parlato” nei giorni scorsi anche in seguito all’ appello lanciato all’inizio del mese dal Gems and Jewellery Export Promotion Council (GJEPC), il principale ente commerciale indiano, affinché gli operatori del settore minerario limitino l’offerta di diamanti grezzi affermando di ritenere che la misura – come ha dichiarato a Reuters il presidente del GJEPC – permetterebbe di colmare il divario tra domanda e offerta emerso negli ultimi mesi. Una richiesta che punta ad evitare un eccesso di offerta nel mercato globale e un ulteriore calo dei prezzi dei diamanti in un contesto di domanda debole. L’India – ricordiamolo – taglia, lucida e commercializza il 90% circa dei diamanti del mondo. La russa Alrosa, nonostante le sanzioni britanniche e statunitensi e in attesa di una decisione in materia di commercializzazione del grezzo da parte del G7, ha prontamente risposto all’appello sospendendo temporaneamente la vendita di diamanti grezzi nei mesi di settembre e ottobre. Ma quanto inciderà sul mercato questa presa di posizione? “La Russia è il più grande produttore di diamanti grezzi al mondo per volume, con esportazioni per un totale di 4 miliardi di dollari nel 2021”. Ad affermarlo sono le statistiche commerciali citate dal Financial Times. Nel 2022 le vendite di diamanti hanno portato a Putin oltre 4,5 miliardi di dollari e, secondo il Tg 1 RAI, “i diamanti sono tra i 5 prodotti che generano maggiori entrate per Mosca, che è il primo esportatore al mondo”. L’80/90% dei diamanti grezzi e il 50% del commercio di diamanti lavorati passa per Anversa e i dati Eurostat riportati da Reuters riferiscono che l’anno scorso l’UE ha acquistato diamanti russi per un valore di circa 1,5 miliardi di dollari. Secondo Euractiv, dall’inizio della guerra nel febbraio 2022 le importazioni di diamanti russi da parte del Belgio non si sono fermate del tutto, sebbene siano “diminuite drasticamente”. E per il Financial Times, nei primi tre mesi del 2023 sono scese di circa il 45%, a 245 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre un rapporto di De Beers, afferma che, prima della guerra in Ucraina, rappresentava il 33% in termini di valore e Alrosa il 24%. Sempre secondo il rapporto di De Beers, nel 2021 le vendite globali di diamanti grezzi ammontavano a 16,4 miliardi di dollari, mentre la domanda di diamanti lavorati era di 28 miliardi di dollari. La domanda di gioielli con diamanti naturali, invece, si è attestata a 87 miliardi di dollari con gli Stati Uniti come maggior consumatore e – per l’analista Paul Zimnisky – questo mercato avrà un valore di 74 miliardi di dollari nel 2023. Con Washington e Londra che hanno chiuso da tempo le loro porte ai diamanti russi la geopolitica delle pietre preziose è già cambiata, ma se anche il G7 – che rappresenta il 70% del mercato al consumo – farà davvero il grande passo col prossimo pacchetto di sanzioni, allora la catena globale di approvvigionamento verrà rivoluzionata. E qui entrano in scena altri attori. Da una parte c’è Anversa che teme di perdere il suo primato a favore di Dubai e dall’altra l’India. L’attuazione del piano del G7 dipende infatti fortemente da Nuova Delhi, la cui industria diamantifera impiega milioni di persone – che già, secondo Rapaport, manifesta le proprie preoccupazioni per l’eventuale carenza di lavoro – e i cui clienti hanno sostituito quelli di Stati Uniti e Regno Unito.

n. 144/2023 |APPUNTI DEL GIORNO| Martedì 26 Settembre 2023 – SS. Cosma e Damiano

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