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n. 150/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

Leggero balzo in vanti del metallo giallo in apertura dei mercati. Il lingotto con consegna immediata viene ceduto a 1849,38 dollari l’oncia pari a 56,48 euro al grammo.

Venti di guerra sugli investimenti – L’attacco di Hamas a Israele con centinaia di vittime, migliaia di feriti e decine di ostaggi, la dichiarazione di guerra di Gerusalemme e lo spettro di un conflitto che contagi la strategica regione del Medio Oriente scuote mercati locali e internazionali. Dall’oro al petrolio, dalle azioni alle obbligazioni e alle valute. L’incertezza domina e gli operatori sono in stato di allarme, in attesa di chiarezza sull’escalation della crisi scatenata da un assalto militar-terroristico senza precedenti negli ultimi decenni: nell’immediato sono in gioco corse verso beni rifugio quali il metallo giallo, il dollaro e i titoli del Tesoro degli Stati Uniti. Pressioni al ribasso, invece, sulle attività più rischiose, quali titoli in Borsa e bond meno sicuri.

Consumi: si cambia – Il tasso di inflazione percepito dai consumatori italiani è molto più alto di quello reale e balza all’11,2% rispetto a un indice di aumento dei prezzi rilevato dall’Istat a settembre che si è fermato al 5,3%. La percezione più forte dei rincari, rispetto a un anno fa, riguarda gli alimentari (14,2%), le spese legate alla casa (15,6%), i trasporti (14,4%). È quanto emerge dall’indagine condotta fra il 4 e il 6 ottobre da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore del Lunedì. A pesare di più nella percezione “aumentata” del caro vita sono le bollette e il carrello della spesa. Gli alimentari fanno registrare un tasso di inflazione percepita di oltre cinque punti percentuali più alto rispetto a quello reale, che si ferma all’8,7%.
Il 54% degli italiani coinvolti dal sondaggio dichiara di aver dovuto modificare le proprie abitudini di spesa rinunciando a fare acquisti o riducendo i consumi per far fronte all’aumento dei prezzi.

La top list dei produttori d’oro – Si stima che circa l’86% di tutto l’oro in superficie sia stato estratto negli ultimi 200 anni.
Ma quali Paesi hanno maggiormente contribuito, in due secoli, a questa imponente percentuale di produzione del minerale più ambito?
Con la febbre dell’oro, gli Stati Uniti si guadagnarono il primo posto sul podio dei maggiori Paesi impegnati nell’estrazione, almeno per tutto l’800. L’Australia e la Russia sono stati (indifferentemente) i due maggiori produttori fino agli anni ’90 del XIX secolo. Poi il Sudafrica ha preso il comando grazie alle massicce scoperte nel bacino del Witwatersrand, oggi considerato uno dei più grandi giacimenti auriferi del mondo. La produzione annuale di oro del Sudafrica ha raggiunto un picco di 1.002 tonnellate nel 1970, di gran lunga la più grande quantità di questo metallo pregiato prodotta da qualsiasi Paese in un anno. Infine, con l’aumento del prezzo dell’oro, a partire dagli anni ’80 la produzione mondiale del minerale è diventata sempre più diffusa. Nel 2007, la Cina era la più grande nazione produttrice al mondo.
E attualmente, quali Paesi sono i migliori produttori? Ebbene, in termini percentuali e guardando ai dati del 2022, sono i Paesi del Nord America (Canada, Stati Uniti e Messico) ad essere tra i primi produttori d’oro, rappresentando complessivamente il 16% dell’estrazione globale. Lo Stato del Nevada, da solo, ha rappresentato il 72% della produzione statunitense, ospitando il più grande complesso minerario aurifero del mondo (comprendente sei miniere). Nella classifica va anche menzionato il caso del Sudafrica, che benché abbia prodotto 110 tonnellate d’oro nel 2022, ha subito un calo (del -74%) rispetto alla produzione di 430 tonnellate del 2000. Secondo il World Gold Council, questo declino a lungo termine è dovuto alla chiusura delle miniere, alla maturazione degli asset e ai conflitti industriali. È interessante, infine, la situazione riguardante due piccoli produttori d’oro: l’Uzbekistan e l’Indonesia. Attualmente questi ospitano rispettivamente la seconda e la terza maggiore attività di estrazione di oro al mondo. (Tratto dall’articolo “Chi sono i maggiori produttori di oro degli ultimi 200 anni?” pubblicato su Il Sole 24 Ore on line dell’8 ottobre)

Compro oro: aumentano iscritti e controlli – L’OAM, l’Organismo Agenti e Mediatori, comunica che gli iscritti al Registro dei Compro oro nei primi sei mesi del 2023 sono arrivati a quota 3.867, con un aumento di 33 soggetti iscritti: in tutto 6.380 sedi operative, di cui oltre 1.000 situate in Lombardia (17%), 747 in Veneto (12%), Lazio 648 (10%). Il primo semestre dell’anno ha visto, inoltre, l’Organismo particolarmente attivo sul fronte del contrasto all’abusivismo: in particolare, grazie alla convenzione con Infocamere, è proseguita l’attività di monitoraggio su soggetti che non risultano iscritti negli Elenchi OAM ma che potrebbero invece svolgere attività riservata. I risultati di un’apposita analisi finalizzata a far emergere soggetti privi dell’autorizzazione sono stati inviati alla Guardia di Finanza ai fini dell’eventuale accertamento dello svolgimento abusivo dell’attività di Compro oro.

La “prima volta” di un diamante blu regale – La più grande gemma “Internally Flawless Fancy Vivid Blue” mai apparsa in asta sarà battuta in novembre a Ginevra tra i Magnificent Jewels, incastonata in un anello. Il Bleu Royal, con i suoi 17,61 carati, proviene da un’importante collezione privata, nella quale ha “soggiornato” negli ultimi 50 anni, e questa è la sua prima volta “all’incanto”. La sua caratura, il taglio eseguito in maniera perfettamente simmetrica e il ricco blu, così vivido e di una purezza impeccabile, lo rendono uno degli esemplari più rari di sempre. La stima: $ 35-50 milioni. Appuntamento il 7 novembre al Four Season Hotel des Bergues in Ginevra.

n. 150/2023 |APPUNTI DEL GIORNO| Lunedì 9 Ottobre 2023 – S. Abramo

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