Home » appunti » n. 159/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

n. 159/2023 |APPUNTI DEL GIORNO|

Rallentano lievemente la loro corsa le quotazioni dell’oro, spinte dalla situazione in Medio Oriente. Questa mattina il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.975,83 dollari l’oncia, pari a 60,02.

L’oro “adora le brutte notizie” – Quando le cose vanno male l’oro torna sotto i riflettori. Il “coniglio” di John Updike – premio Pulitzer che con la tetralogia di Coniglio può considerarsi il miglior romanzo americano del dopoguerra – direbbe che il metallo giallo “adora le brutte notizie” perché viene considerato come bene rifugio per eccellenza. Il primo dato, per quanto d’impatto, è anche quello che rischia di essere il più fuorviante: negli ultimi dieci giorni la quotazione dell’asset class è cresciuta oltre il 7%, tornando a sfiorare i 2 mila dollari l’oncia.
Ma attenzione a dare per scontato un boom di medio-lungo periodo. Il quadro internazionale è denso di incognite e anche gli analisti ci vanno con i piedi di piombo, convinti che il trend dell’oro sarà sì al rialzo, ma senza eccessivi picchi. La storia recente insegna: ad agosto 2020, in piena crisi Covid, il metallo prezioso ha sfondato il tetto dei 2 mila dollari l’oncia, ma subito dopo è seguito un andamento molto altalenante. Una nuova vistosa crescita si è verificata a febbraio 2022, all’indomani dell’invasione dell’Ucraina, seguita da una altrettanto vistosa debâcle che ha portato il prezzo sotto i 1.700 dollari. All’inizio dell’anno ci ha poi pensato lo spettro della super inflazione, insieme alla recessione globale, a ridare vigore all’oro, le cui quotazioni si sono però ben presto ridimensionate. (Tratto dall’articolo di Alessandro Cicognani “Per l’oro un futuro di rialzi “pazienti” pubblicato su Affari e Finanza de La Repubblica di oggi)

Voucher innovazione: ai nastri di partenza fra tre giorni – Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, con una dotazione finanziaria di 75 milioni di euro, ha fissato i termini e le modalità di invio delle domande riguardanti l’accesso alle agevolazioni del voucher per consulenza in innovazione per le piccole e medie imprese. Il voucher, concedibile in regime de minimis, per le micro e piccole imprese consisterà in un contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 40 mila euro, per le medie imprese in un contributo pari al 30% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 25 mila euro, per le reti di imprese in un contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 80 mila euro. I soggetti che intendono fare richiesta per gli incentivi dovranno compilare le domande dal 26 ottobre al 23 novembre 2023 esclusivamente tramite la procedura informatica. Solo a partire dal 29 novembre 2023 le imprese e le reti di impresa che hanno compilato le domande precedentemente potranno effettuare l’invio delle istanze di agevolazione. Per saperne di più clicca qui

Diamanti in cifre: maggiore quantità non significa maggior valore – La Russia nel 2022 ha estratto più di un terzo della produzione globale – precisamente il 35% – di diamanti grezzi. Il valore di una così fruttuosa estrazione equivale a detenere quasi un quinto del valore dei diamanti grezzi del mondo. Questo è quanto ci racconta la Review of World Diamond Production and Trade, che descrive i dati registrati dal Kimberly Process relativamente al 2022. Ma, oltre a questo, cosa ci dice il rapporto? La produzione mondiale di diamanti nel 2022 è aumentata dell’1,3%, raggiungendo circa 120,2 milioni di carati, per un valore di 16,3 miliardi di dollari. Inoltre, il commercio mondiale di diamanti grezzi nel 2022 ha totalizzato 673 milioni di carati (Mct) per un valore pari a 93 miliardi di dollari. Ma in un tale contesto di forte crescita (e ampiamente remunerativo), quali Paesi sono maggiormente impegnati nell’estrazione di diamanti grezzi? In termini produttivi, il gradino più alto del podio non può che essere assegnato alla Russia. Con quasi 42 milioni di carati estratti, si distanzia non poco rispetto al Botswana (che ne ha prodotti quasi la metà, 24,8 milioni di carati) e al Canada (che ne ha estratti, invece, 16,2 milioni). Bisogna tuttavia dire che, come per la maggior parte delle altre risorse scarse e preziose (petrolio, oro, uranio), la produzione di diamanti grezzi è distribuita in modo diseguale. Infatti, i primi 10 Paesi produttori di diamanti grezzi per peso rappresentano il 99,2% di tutti i diamanti grezzi estratti nel 2022. Ad ogni modo, una maggiore caratura estratta non equivale necessariamente ad un maggiore valore per il diamante in fase di vendita. Questo perché altri fattori (come il taglio, il colore e la purezza) influenzano il valore di ogni singolo diamante. È proprio per questo motivo che la classifica per valore della produzione stilata dal Kimberly Process si differenzia (e di molto) rispetto al ranking per estrazione. Se nel 2022 il Botswana ha prodotto solo il 59% dei diamanti russi, il suo valore commerciale è stato di quasi 5 miliardi di dollari (e quindi di circa 1,5 volte superiore a quello della Russia). Un altro esempio è l’Angola, che si colloca al 6° posto per la produzione di diamanti, ma al 3° per il valore dei diamanti. Entrambi i Paesi (così come il Sudafrica, il Canada e la Namibia) producono diamanti grezzi di qualità, a differenza di Paesi come la Russia e la RDC-Repubblica Democratica del Congo, i cui diamanti sono prodotti principalmente per uso industriale. (Tratto dall’articolo “La produzione mondiale di diamanti vale 16,3 miliardi di dollari. Quanto costa estrarli e quanto rende?” pubblicato su www.ilsole24ore.it)

n. 159/2023 |APPUNTI DEL GIORNO| Lunedì 23 Ottobre 2023 – S. Giovanni da Capestrano

leggi anche

74/2024 |APPUNTI DEL GIORNO|

Mercati calmi – L’ allontanarsi del rischio di una escalation militare in Medio Oriente fa …

Powered by Rodolfo Bartucca